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L’emergenza non arresta la tradizione: a Nocera consegnato il pane di San Tomassuccio

Pubblicato il 20 Novembre 2020 16:14 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:06

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L’emergenza non arresta la tradizione. Involucri protettivi, consegna in vari punti di raccolta e mantenimento delle distanze di sicurezza nel ritiro del pane: un’edizione più sicura della tradizionale celebrazione dedicata a San Tomassuccio, svoltasi nella mattinata di ieri a Nocera Umbra. Come ogni 19 novembre, giorno in cui la salma del santo protettore della cittadina, insieme a San Rinaldo, venne trasferita alla chiesa di Sant’Agostino di Foligno, si ricorda il momento in cui decise di intraprendere la vita monastica, donando così i propri averi all’Ospedale dei Pellegrini di Nocera, tramite la distribuzione del panino a lui dedicato. San Tomassuccio nacque a Lanciano, frazione del nocerino, nel 1319 e morì a Foligno il 15 settembre 1377. Ottenne, ben presto, la fama di guaritore, contemporaneamente a quella di profeta di sventure: dopo aver ricevuto numerose denunce da parte della Santa Inquisizione e, di conseguenza, l’interdizione nelle predicazioni, una leggenda legata al santo – nonché ricordata spesso – è quella della malva: girando per le strade di Nocera, San Tomassuccio ammoniva le attitudini negative degli abitanti tramite lo scuotimento della pianta. Nacque, perciò, l’aneddoto: “Nocera mal và”. Una ricorrenza dall’enorme valore simbolico per i nocerini, seppur non costante nel corso dei secoli. Per anni, il Comune sfamò i mendicanti consegnando loro bocconi di pane. Dopo l’interruzione, tale tradizione riprese in seguito agli accadimenti del 19 novembre 1774, durante la guerra di secessione: nella contesa del Regno di Napoli e, dopo una serie di cannoneggiamenti da parte degli spagnoli, questi decisero di consegnarsi al nemico. Il prodigio venne attribuito al santo, oltre a motivare, ancor di più, la scelta della data di celebrazione. San Tomassuccio è, inoltre, considerato il protettore della città dal terremoto. La mancata consegna del pane nel 1996 e, il triste epilogo dell’anno seguente, motiva maggiormente la popolazione a ricordare il santo. Tra le curiosità, fino agli anni Quaranta i pezzi di pane avanzati venivano bruciati per scongiurare le minacce di temporali nelle campagne o dati in pasto agli animali da soma per proteggere loro da malattie e sortilegi e, tuttora, alcuni cittadini conservano gli avanzi in madìe e credenze di legno, poiché non ammuffiscono.

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