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Coronavirus, Squarta: “Ristori ai commercianti dell’Umbria arancione penalizzati dai Dpcm”

Pubblicato il 21 Novembre 2020 12:15 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:06

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Il presidente dell’assemblea legislativa dell’Umbria, Marco Squarta, chiede di far ottenere ristori immediati a tutte le attività commerciali penalizzate dalle misure restrittive nazionali anti Covid imposte alle zone arancioni. Lo fa rivolgendo un appello alle forze politiche regionali – dai consiglieri dei più piccoli Comuni fino ai sindaci dei capoluoghi, oltre ai rappresentanti in Consiglio provinciale, regionale e alle Istituzioni – affinché venga richiesto al governo di estendere il piano di sostegno alle attività delle zone arancioni che hanno registrato un calo verticale delle vendite. 
“Pur rimanendo aperte a causa dell’impossibilità per i cittadini di spostarsi da un Comune all’altro migliaia di attività in Umbria non hanno incassato neppure un euro – spiega il presidente Squarta -. Se non ci sarà un intervento tempestivo da parte dell’esecutivo nazionale mediante fondi ristoro anche per le attività commerciali delle regioni arancioni, che hanno visto crollare i propri fatturati nel giro di poche settimane, un numero indefinito di artigiani, Partite Iva e titolari di attività commerciali si ritroverà sul lastrico insieme ai propri dipendenti”. 
Prosegue l’esponente di Fratelli d’Italia: “Se vogliamo evitare la desertificazione della nostra economia è necessario che tutte le forze politiche si battano, unite e senza pregiudizi, per far ottenere dal governo risorse provvidenziali al mantenimento in vita di aziende e negozi. Tutto questo nell’immediato – aggiunge il presidente – perché con una politica senza un minimo di lungimiranza l’anestetico dei sussidi certamente non potrà essere sufficiente, nel medio periodo, a fronteggiare questa crisi senza precedenti”. 
“Il governo – conclude Squarta – deve essere pronto a garantire risorse a coloro che ha messo in difficoltà attraverso i propri decreti restrittivi. E deve farlo nel più breve tempo possibile. Gli acquisti nei negozi sono crollati, in questi mesi sono aumentate in maniera esponenziale le vendite online. Il settore commerciale va assolutamente tutelato e preservato in quanto garantisce lavoro a tantissime persone che oggi purtroppo si ritrovano a vivere un momento di straordinaria difficoltà. Rinunciare ad intervenire sarebbe un errore imperdonabile per il governo e un danno incalcolabile per tutti, a vantaggio esclusivo dei giganti del web”.

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