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Emergenza Covid, c’è il “Decreto Natale”: zona rossa nei giorni festivi

Pubblicato il 19 Dicembre 2020 09:32 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:00

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Alla fine il compromesso è stato trovato: zona rossa nei giorni a maggior rischio spostamenti e assembramenti e arancione in tutti quegli altri. È questa la filosofia che permea quello che è stato apostrofato il “Decreto Natale”, illustrato nella serata di venerdì 18 dicembre dal premier Giuseppe Conte, a conclusione dei numerosi tavoli di discussione che si sono susseguiti nel corso degli ultimi giorni. Tavoli in cui si sono contrapposte, di fatto, due linee di pensiero: quella più rigorista portata avanti dai ministri Speranza, Boccia e Franceschini, che chiedevano un’ininterrotta zona rossa dal 24 dicembre al 6 gennaio; e quella più morbida auspicata dallo stesso Conte. E rispetto alle quali a prendere posizione sono stati anche i diversi presidenti di Regioni, alcuni dei quali pronti ad adottare maggiori restrizioni qualora il Governo avesse concesso troppe libertà agli italiani.

Ma cosa prevede, in concreto, il “Decreto Natale”? Intanto resta confermato il divieto di spostamento dal 21 dicembre al 6 gennaio tra le regioni, compresi quelli per raggiungere le seconde case che si trovano fuori dalla propria regione di residenza.

Poi, come detto, una chiusura totale in concomitanza con i giorni di festa. Tre i “blocchi rossi” previsti: dal 24 al 27 dicembre, dal 31 dicembre al 3 gennaio e poi 5 e 6 gennaio. Giorni in cui, in linea di massima, saranno consentiti solo gli spostamenti per motivi di lavoro, salute e necessità. Salvo la possibilità di far visita ad amici e parenti tra le 5 e le 22, purché a spostarsi siano massimo due persone. Non sono ricompresi nel computo, però, i figli under 14, le persone con disabilità e conviventi non autosufficienti. Chi vorrà, potrà fare attività motoria ma solo nelle vicinanze della propria abitazione o sport all’aperto ma solo in forma individuale. Nei “giorni rossi” chiusi negozi, centri estetici, bar e ristoranti. Questi ultimi potranno però lavorare con l’asporto fino alle 22 o le consegne a domicilio senza limiti di orario. Resteranno aperti, invece, supermercati, beni alimentari e prima necessità, farmacie e parafarmacie, edicole, tabaccherie, lavanderie e parrucchieri. 

Per quanto riguarda le disposizioni che regoleranno la zona arancione, ossia quella che andrà dal 28 al 30 dicembre e il 4 gennaio, saranno consentiti gli spostamenti solo all’interno del proprio comune. Una deroga sarà prevista solo per chi vive in comuni fino a 5mila abitanti, che potrà quindi spostarsi in un raggio di 30 chilometri senza però poter raggiungere i Comuni capoluogo. Bar e ristoranti continueranno ad essere chiusi, con possibilità di lavoro tramite asporto o domicilio, mentre riapriranno i negozi che potranno tenere le saracinesche alzate fino alle 21.

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