Oltre mille richieste ed un impegno di 365mila a sostegno dei lavoratori umbri. Sono i numeri con cui l’Ente bilaterale regionale artigianale umbro ha chiuso il 2020. “Si tratta – spiega il presidente Giovanni Bianchini – di prestazione regionali proprie dell’Ebrau erogate a supporto di nascite, rette nido, diritto allo studio, continuità di servizio nella stessa azienda e malattia oltre i 180 giorni”.
Lavoratori, ma non solo. Nell’anno della pandemia, infatti, sono stati stanziati anche 100mila euro in favore delle imprese. Fondi che sono stati interamente incentrati sulla formazione obbligatoria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a causa dell’emergenza Covid. I dati Ebrau parlano, a questo proposito, di 150 richieste soddisfatte per un totale di 1.055 beneficiari tra lavoratori e titolari d’azienda.
“L’Italia – commenta Giovanni Bianchini – deve accelerare per uscire da una crisi senza precedenti, provocata anche dalla pandemia. Occorre – ha quindi sottolineato il numero uno di Ebrau – mantenere in vita le attività economico produttive comprensive della forza lavoro che è la più grande ricchezza delle aziende”. Dal presidente Bianchini anche un appello al Governo, affinché istituisca “una cabina di regia tra esecutivo e parti sociali per programmare la strategia e il metodo in una visione che sia almeno decennale, mirando soprattutto su micro, piccole e medie imprese, perché – sottolinea – la competitività si vincerà solo puntando sulla qualità e sull’innovazione”.
Per Giovanni Bianchini necessario, poi, rimuovere tutti quegli ostacoli strutturali legati alla burocrazia. “Scontiamo – dichiara – una rigidità della spesa tra le più alte al mondo e una burocrazia che rallenta ogni processo”. “In gioco – aggiunge – c’è la sopravvivenza di migliaia di imprese con una grave perdita di fatturato. Si spera – è quindi l’auspicio del presidente Ebrau – che i provvedimenti presi dal Governo siano tempestivi con le erogazioni, ma probabilmente non sarà sufficiente se non si interviene anche sulla parte contributiva”.
Infine, una raccomandazione a ridurre il peso del fisco. “Gli operatori economici – conclude Giovanni Bianchini – più che ricevere ‘oboli’ a fondo perduto, vogliono lavorare, produrre e mantenere il lavoro per l’azienda e per i dipendenti”.