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Sopravvivere all’intelligenza con la saggezza

Pubblicato il 27 Dicembre 2020 11:12 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:58

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“La saggezza è un punto di vista sulle cose”. Marcel Proust

 

Avete mai pensato in maniera approfondita a cosa sia la saggezza?

Se sfogliamo il dizionario troviamo una definizione molto semplice, ovvero sapienza che deriva dall’esperienza e si applica all’attività pratica; capacità di seguire la ragione nel condurre la propria vita, nell’agire, nel valutare, nel consigliare secondo un criterio di prudenza e di equilibrio.

Il nostro tempo è palesemente caratterizzato dalla valorizzazione dell’efficienza e i risultati ad ogni costo, dove all’apparenza possono distinguersi e predominare solo le menti più intelligenti.

Se è vero che l’intelligenza ci rende più efficienti e più competitivi, è altrettanto vero che nella gestione di un fallimento le persone intelligenti sono più propense ad essere pervase dal senso di frustrazione e perdita delle aspettative personali, in quanto non riescono a tollerare l’incertezza dei risultati.

Le persone saggie invece, riescono ad accettare i fallimenti dettati dagli imprevisti che la quotidianità gli presenta, sanno interiorizzare le battute d’arresto, sanno accettare gli insuccessi, e si rialzano ogni volta con un approccio rilassato e comprensivo verso le difficolta future, ed è per questo che le persone sagge prendono spesso decisioni migliori rispetto a quelle intelligenti.

Ma allora qual è la vera differenza tra intelligenza e saggezza?

Una delle differenze che secondo me è degna di evidenziare tra le due virtù, è che il saggio di fondo è un ottimista, e questo lo porta a lanciare uno sguardo sempre positivo alle difficoltà della vita reale, soprattutto verso le persone stesse. Il concetto di saggezza è da sempre associato alla filosofia, Socrate diceva che “la vera saggezza sta in colui che sa di non sapere Perché io so di sapere di più di te, che pensi di sapere”, e questo con il tempo ci ha portato a pensare che la saggezza sia correlata con l’esperienza, la nostra società infatti ha da sempre associato una persona anziana come una persona saggia. Tuttavia negli ultimi decenni la scienza tende a sfatare questo mito.

La psicologia infatti, con due studi molto importanti del dipartimento di Psichiatria dell’università di S. Diego, ci espone due concetti molto importanti:

  • L’esperienza non ci rende più saggi

  • La saggezza non arriva in modo naturale con l’avanzare dell’età

Questi due concetti hanno abbattuto il nostro mito di saggezza, ed hanno portato diversi studiosi a cercare una correlazione stabile tra esperienza e saggezza, usando una discriminante come la “capacità di riflessione”.

La cosa più bella che una persona saggia mette in campo nella vita è sempre l’ottimismo, la visione positiva della vita, e la sua capacità di essere sempre incoraggiante. 

Ma ora che abbiamo questi nuovi elementi che ci aiutano a capire queste due virtù, possiamo certamente dire che non dobbiamo cercare di andare verso l’una o l’altra, ma dobbiamo propendere per l’integrazione dei concetti fondamentali di entrambe. 

Possiamo migliorare la nostra relazione di ascolto, attivare il processo di ascolto attivo, allenare i nostri processi cognitivi, la nostra intelligenza emotiva, e di fatto integrare tutte le nostre esperienze nella nostra (speriamo) comunicazione empatica.

Immaginate a tutti gli errori fatti nella nostra vita, in pratica tutti gli errori commessi hanno contribuito a costruire la nostra “granitica” esperienza nello sbagliare! 

Se pendiamo come assunto che “sbagliare è un processo di crescita”, quello che veramente ci potrà contraddistinguere è come noi in futuro affronteremo i nostri errori. 

Potremmo ignorarli, magari come spesso avviene, dando la colpa ad altri;

Potremmo analizzarli, e questo ci porterà a imparare dagli errori fatti:

Chi si immedesima nel primo caso, sicuramente sta sprecando una grande chances, abbiamo l’occasione di imparare da qualcosa che non ha funzionato, e non dobbiamo ricreare le condizioni perché questo si ripeta.

Le persone saggie e intelligenti imparano sempre dai propri errori, analizzano cosa nel loro processo cognitivo non ha funzionato, cercano di non farlo succedere di nuovo, e sbaglio dopo sbaglio, diventano persone migliori.

A questo punto sembrerebbe che tutte le persone che vogliano migliorare debbano necessariamente commettere errori e imparare da essi, ma con un po’ di furbizia possiamo anche migliorare senza necessariamente commetterli.

Lo studio costante e l’osservazione degli altri, ci fornisce quella che gli studiosi chiamano “esperienza costruita” in cui le persone saggie imparano dagli errori degli altri, mentre utilizzando la sola esperienza personale, le persone intelligenti imparano solo dai propri.

Concludendo, dobbiamo cogliere le occasioni e le opportunità che la vita ci propone ogni giorno, perché un uomo saggio coglie più occasioni di quante ne trova…

Quindi, qualunque siano le difficoltà che la vita vi metterà davanti…siate sempre saggi!

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