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Foligno celebra Sant’Angela, Sigismondi: “Testimone della profonda nostalgia di Dio”

Pubblicato il 5 Gennaio 2021 12:59 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:56

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“È una gioia essere qui questa sera a celebrare Sant’Angela”. Con queste parole l’amministratore apostolico di Foligno e vescovo della Diocesi di Orvieto-Todi, monsignor Gualtiero Sigismondi, ha officiato la solenne concelebrazione eucaristica nel giorno consacrato alla mistica.

La Santa Messa non si è potuta svolgere nell’Oratorio della Madonna del Gonfalone, là dove sono custodite le spoglie di Angela. La pandemia ha infatti imposto un cambio di programma nelle abitudini di culto dei folignati, che si sono ritrovati così – in numero contingentato – nella chiesa parrocchiale di Maria Santissima dei Volontari. È stato lì, dunque, che i fedeli hanno reso omaggio alla Santa nel pomeriggio di lunedì 4 gennaio.

A prendere parte alle celebrazioni anche una nutrita rappresentanza dell’amministrazione comunale, a cominciare dal sindaco Stefano Zuccarini per poi passare al vicesindaco Riccardo Meloni, agli assessori Decio Barili e Marco Cesaro ed al presidente del consiglio comunale, Lorenzo Schiarea. Seduti tra i banchi della chiesa folignate anche il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Foligno, Umberto Tonti, e quello dell’Ente Giostra della Quintana, Domenico Metelli. A svettare in tutto il suo splendore, come omaggio a Sant’Angela, poi, il Gonfalone della città di Foligno, accompagnato dagli agenti della polizia municipale.

Celebrazioni ridotte, dunque, a causa dell’emergenza Covid-19, che non ha però scalfito la bellezza del momento vissuto dalla comunità folignate, unita sotto lo sguardo protettivo di Sant’Angela. Una santa che, come dichiarato da monsignor Sigismondi, “non ha bisogno di molte parole”, nonostante in tanti abbiano sentito il bisogno di parlarne: da Giovanni Battista Montini che l’ha descritta come un “caso fuori classe, un fenomeno non comune e che per la sua singolarità assume la funzione di testimone” a Raniero Cantalamessa che si è soffermato sulla sua misticità.

“La parola mistica – ha detto monsignor Sigismondi – ha nella sua radice un verbo greco che indica l’azione di chiudere gli occhi e bocca, un atteggiamento contraddistinto da riservatezza. Quello della mistica – ha quindi aggiunto – è il vocabolario del silenzio, che si configura come un meraviglioso e complesso universo che fa riferimento a ciò che è connesso al mistero. E quella di Angela è una voce di silenzio sottile. Angela, con la sua testimonianza – ha sottolineato l’amministratore apostolico – ci ricorda che la profonda nostalgia di Dio è incancellabile. Siamo firmati da Dio e non lo possiamo negare”. Con un ultimo passaggio al presepe, che in queste settimane ha accompagnato la quotidianità dei fedeli, monsignor Sigismondi ha quindi avvicinato la figura di Angela a quella dei Re Magi. “Testimonianza – ha concluso – che si può partire da molto lontano per raggiungere Cristo, il vero oriente, l’astro che riempie di luce la terra”.

 

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