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Covid, da lunedì Umbria in zona gialla

Pubblicato il 8 Gennaio 2021 16:16 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:56

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Da lunedì 11 gennaio l’Umbria torna in “zona gialla” nonostante un Rt sopra quota 1 ed un rischio “alto”. Il rientro del Cuore verde d’Italia nella fascia a minor rischio trova giustificazione nei numeri del monitoraggio settimanale regione per regione dell’Iss e ministero della Salute. Dati passati ora nelle mani del ministro Roberto Speranza, di cui si attende un’ordinanza in serata. Seppur con un trend in peggioramento, dunque, la regione, per un pelo, ripartirà dal “giallo”.

Sì, perché le nuove regole hanno abbassato le soglie per cui un territorio debba entrare in una determinata fascia di rischio. In questo senso, un Rt pari ad 1 (prima 1,25) garantirebbe l’ingresso in zona arancione, così come lo stesso indice ad 1,25 (prima 1,50) significherebbe zona rossa. Stando a quanto si apprende dall’ultimo report della Cabina di regia, l’Umbria questa settimana ha fatto registrare un Rt di 1,01. Un valore che, in relazione alle nuove indicazioni, le avrebbe dovuto garantire il pass per entrare in zona arancione. Tuttavia, ciò che viene preso in considerazione non è il dato dell’Rt medio, quanto invece la forchetta inferiore dell’intervallo. E la soglia inferiore regionale è di 0,95, sotto, cioè, al “requisito” per la zona arancione.

Di fatto, sempre in riferimento ai dati del monitoraggio, il livello di rischio nel Cuore verde d’Italia resta “alto”. Diversi gli indicatori che concorrono al triste parametro, ventuno ad essere precisi. Tra questi, il livello di stress del servizio sanitario e l’incidenza dei contagi nella popolazione. Ma non è solo l’Umbria a fornire dati Covid poco incoraggianti, bensì gran parte dello Stivale. “Questa settimana – fanno sapere infatti dalla Cabina di regia – si osserva un peggioramento generale della situazione epidemiologica nel Paese. L’incidenza a 14 giorni torna a crescere dopo alcune settimane di decrescita, aumenta anche l’impatto della pandemia sui servizi assistenziali e questo – sottolineano – si traduce in un aumento generale del rischio”.

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