Ricordare, nonostante la pandemia. Si è svolta questa mattina, mercoledì 3 febbraio, la cerimonia per ricordare il rastrellamento avvenuto nel 1944 da parte dei nazisti nelle montagne di Foligno. Quel giorno ventiquattro giovani furono caricati in un camion e poi portati nei campi di concentramento di Flossemburg e Mauthausen. Tra loro c’era anche don Pietro Arcangeli, uno dei simboli cittadini nella resistenza al regime nazi-fascista. I rastrellamenti interessarono la zona di montagna a confine tra Foligno e Trevi, tra cui Cascina Radicosa. Prelevati e portati nei campi di concentramento anche ragazzi di Acqua Santo Stefano, Civitella, Rasiglia, Scopoli e Roviglieto. Solamente in tre fecero ritorno in città, tra i quali c’era proprio don Pietro Arcangeli. Per ricordare quel triste avvenimento, l’amministrazione comunale ha deposto le corone d’alloro sulla stele in memoria dei deportati in via Tre Febbraio e sulla lapide del Sacrario al cimitero centrale di Santa Maria in Campis che, ha ricordato il sindaco Stefano Zuccarini, “abbiamo fatto accuratamente ripulire riportandolo al decoro che merita. Gesti – ha detto il sindaco – che assumono ancor più valore in questa situazione, perché la vita non si ferma e al tempo stesso non può interrompersi il ricordo della morte”. Alla cerimonia ha presenziato, per il Comune di Foligno, il vicesindaco Riccardo Meloni.
Tre febbraio, Foligno ricorda i deportati dai nazisti
Pubblicato il 3 Febbraio 2021 15:45 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:50
La commemorazione del Tre febbraio
Tienimi informato
Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno