L’Umbria rimarrà arancione, ma alcuni territori passeranno in zona rossa. Ad ufficializzare la decisione è stata la Regione Umbria, nel corso di una conferenza stampa andata in scena venerdì pomeriggio. Ad intervenire anche il professor Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione del ministero della Salute. “E’ un sacrificio che si chiede alla popolazione – ha detto Rezza nel suo intervento -. Sappiamo che le persone sono stremate, ma questi sono provvedimenti necessari che possono evitare misure più pesanti nelle settimane successive”. In Umbria sono state riscontrate la variante inglese e quella brasiliana. La prima è stata trovata nel territorio (soprattutto Bastia, perugino e area del Trasimeno), mentre per la brasiliana i cluster sono ospedalieri. Diciotto i casi di varianti inglese, 12 di variante brasiliana, tre mutazioni, mentre gli altri campioni dei 42 prelevati andranno analizzati di nuovo. L’Rt in Umbria, secondo i dati Iss, è all’1,18 (1,11 – 1,25). La presidente Donatella Tesei ha sottolineato i numerosi contagi anche in fasce d’età molto giovani, dall’infanzia all’adolescenza. Per questo, negli scorsi giorni, 31 Comuni del perugino sono stati costretti anche a chiudere le scuole.“A livello regionale – ha detto Donatella Tesei – rimaniamo in zona arancione perché c’è un bilanciamento tra la zona di Perugia e quella di Terni”. Ma in alcuni territori però verranno messe in atto le misure previste dal Dpcm dello scorso 14 gennaio che interessano le zone rosse anche se, come ricordato dalla presidente umbra, “non sarà un lockdown”. Il provvedimento regionale per le “zone rosse territoriali” verrà adottato dalla Regione, dopo che palazzo Donini si confronterà anche con i sindaci. Non tutti i Comuni della provincia di Perugia verranno interessati dall’ordinanza. L’ordinanza regionale si aggiungerà a quelle già in vigore in alcune città anche rispetto alle scuole. I nuovi provvedimenti dovranno partire da lunedì, dopo l’intesa con il ministero della Sanità ed il prefetto. Il nuovo provvedimento regionale “dovrebbe durare 15 giorni”, come detto dalla presidente Tesei durante la conferenza, ma potrebbero esserci degli “alleggerimenti” in base all’andamento del contagio.
LE MISURE – In zona rossa chiusi ristoranti e bar. Dalle 5 alle 22 è consentito l’asporto: dalle 5 alle 18 senza restrizioni, dalle 18 alle 22 “è vietata ai soggetti che svolgono come attività prevalente quella di bar senza cucina o commercio al dettaglio di bevande”. Consegna a domicilio senza limiti di orario. Chiusi i negozi, i centri commerciali e i mercati. Restano aperte farmacie, parafarmacie, presidi sanitari, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie, edicole, librerie, vivai e altri punti vendita di beni necessari. Aperti barbieri, parrucchieri e lavanderie. Chiusi i centri estetici. Per gli spostamenti, è consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione. Si potrà circolare solo per lavoro, salute o necessità. Tra le 5 e le 22 consentita una sola volta al giorno a casa di parenti o amici, nello stesso Comune, in massimo 2 persone. A chi vive in un Comune fino a 5mila abitanti, lo spostamento è consentito anche entro i 30 chilometri dal confine del proprio Comune (quindi eventualmente anche in un’altra Regione o Provincia autonoma), con il divieto però di spostarsi verso i capoluoghi di provincia. Chiusi musei, mostre, teatri, cinema, palestre, piscine e centri sportivi. Mezzi di trasporto pubblico locali con capienza al 50%. Per la scuola, il Dpcm per le “zone rosse” prevede attività al 100% in presenza per infanzia, elementari e prima media. Didattica a distanza al 100% per gli altri anni delle medie e per le scuole superiori. Università chiuse, salvo specifiche eccezioni. In questo caso, c’è da ricordare che in 31 Comuni del perugino sono già in vigore specifiche ordinanze per la Dad. Ordinanze che dureranno fino al 14 febbraio prossimo.