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Foligno, recuperato cippo votivo dal valore di centinaia di migliaia di euro

Pubblicato il 10 Maggio 2021 14:55 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:26

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Un cippo votivo del II secolo dopo Cristo dal valore di centinaia di migliaia di euro. A scoprirlo sono stati i carabinieri del Nucelo tutela patrimonio culturale, in un’operazione condotta nel febbraio 2020 e resa nota in questi giorni. La scoperta dei “detective dell’arte” è stata fatta all’interno di un negozio d’antiquariato di Foligno, nel corso di un controllo mirato e finalizzato a contrastare il commercio illecito di beni culturali rubati. I carabinieri hanno sequestrato il bassorilievo marmoreo, scolpito su entrambe le facciate, di epoca romana (II d.C.), rubato nel 1973 in una chiesa di Castel Sant’Elia (Viterbo) e censito fotograficamente all’interno della Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti. “Il manufatto – spiegano i carabinieri – è stato definito dai funzionari archeologi che lo hanno visonato ‘di straordinaria rilevanza storico-artistica’, attribuendogli un valore di svariate centinaia di migliaia di euro. All’esito dell’attività d’indagine – proseguono i militari – è stata denunciata una persona in stato di libertà per la ricettazione del bene culturale”. IL BILANCIO – L’operazione folignate è una delle tante messe a segno nel 2020 dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale, che operano in Umbria dal 2016. Il bilancio dello scorso anno parla di 9 furti rispetto ai 26 del 2019. Un calo dei crimini dovuto molto probabilmente anche dalle limitazioni imposte dal lockdown. “Nonostante il calo dei reati, non è comunque venuta meno l’azione preventiva nella considerazione che l’Umbria rimane pur sempre un territorio appetibile sia per la sua posizione geografica, che la vede collocata al centro di una più vasta area particolarmente ricca di beni culturali, conservati nelle numerose realtà religiose – spiegano ancora i carabinieri -, oppure ancora celati in luoghi archeologicamente inesplorati, ‘obiettivi’ importanti sotto il profilo storico-culturale, sovente ubicati in zone rurali, montane o comunque poco frequentate e molto difficili da sorvegliare, dove trovano dimora manufatti pregiati, non sempre conosciuti e per questo ricercati dai collezionisti e di facile sottrazione da parte di malintenzionati”. I dati relativi alle attività di contrasto condotte da parte dei carabinieri del Nucleo Tpc perugino contemplano il recupero di svariati beni antiquariali, archivistici, librari e archeologici, il cui valore complessivo ammonta a 3 milioni e 632mila euro. Inoltre, sempre nel contesto di sviluppi investigativi conseguenti ai controlli amministrativi di esercizi commerciali di settore, compreso il monitoraggio delle sempre più numerose e sfruttate vendite online, operate attraverso siti di case d’asta o sfruttando le più comuni piattaforme di compravendita telematica, sono state captate e sequestrate opere contraffatte falsamente attribuite a noti artisti contemporanei quali: Burri, De Chirico, De Pisis, Guttuso, Casorati, Boccioni, De Nittis, Guidi, Severini, Fantuzzi, Maccari, Parigini. Per quanto concerne il particolare commercio illecito di questi beni, frutto spesso di abili contraffazioni, secondo le attuali quotazioni di mercato riferite alle opere autentiche avrebbe potuto fruttare indebiti guadagni la cui stima è stata valutata, approssimativamente in circa 940mila euro. Nel 2020 sono state denunciate 22 persone, controllati oltre mille beni nella Banca dati dei beni culturali sottratti illecitamente, 146 esercizi antiquariali e commerciali, recuperati 418 beni antiquariali, archivistici e librari. Tra le altre operazioni condotte, anche il monitoraggio dei siti archeologici umbri, delle aree di interesse paesaggistico, nonché dei vari siti Unesco del territorio umbro.

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