Stesso posto, stessa storia. Accade in via Mameli dove, ciclicamente, i residenti si trovano a dover fare i conti con cumuli di spazzatura abbandonati da ignoti accanto al cassonetto per lo smaltimento del vetro che si trova a ridosso dell’area dell’ex zuccherificio. L’ultima segnalazione risale alla giornata di mercoledì 2 giugno, quando alcuni cittadini che abitano lungo la via si sono trovati davanti l’ennesima discarica a cielo aperto. Almeno una decina i sacchi e le buste piene di rifiuti lasciati a ridosso del grande cassonetto verde destinato al vetro. L’ennesimo gesto di inciviltà compiuto da chi, indifferente alle regole imposte dalla raccolta differenziata, preferisce abbandonare la spazzatura ai margini della strada, lasciando ad altri il compito di smaltirla.
Un problema non nuovo, purtroppo, nella città di Foligno, dove le segnalazioni di piccole e grandi discariche a cielo aperto sono praticamente all’ordine del giorno ed interessano tanto il centro storico quanto le periferie, senza dimenticare le zone di montagna. Dove, complice, la vegetazione, risulta più facile occultare rifiuti di ogni tipo. Anche se, come spesso accade, non tutti nascondono il malfatto. E via Mameli, in questo senso, ne è un esempio, dal momento che l’abbandono dei rifiuti avviene lungo una strada tra le più battute in città dai folignati che, numerosi, la percorrono quotidianamente a piedi, in bici o in auto.
Ma, come detto, il problema a Foligno è esteso, interessando il territorio comunale nella sua interessa. A inizio marzo, come riportato dalla Gazzetta di Foligno, erano ben 48 le discariche individuate, alcune delle quali in fase di bonifica ed altre in attesa di essere ripulite. Ad essere abbandonati non sempre e non solo buste contenente rifiuti “indifferenziati”, come nel caso segnalato in via Mameli, ma anche ingombranti, come gli arredi: dai materassi ai divani, passando per le lavatrici. Accade più spesso del dovuto di girare per la città e imbattersi in pezzi di arredamento ed elettrodomestici non più utilizzati e quindi lasciati per strada in attesa che gli operatori della Valle Umbra Servizi o lo sdegno di qualche cittadino facciano sparire l’oggetto del degrado.