Titolari di ristoranti e bar scorgono ormai all’orizzonte l’obbligo del green pass per i loro clienti. Dal 6 agosto, infatti, come da nuovo decreto Covid, il certificato verde diventerà un lasciapassare imprescindibile, tra le altre cose, per consumare all’interno seduti al tavolo.. Di fatto, una nuova sfida per gli addetti alla somministrazione di cibo e bevande, che da venerdì dovranno allinearsi alle direttive governative ed effettuare quindi un controllo degli accessi ai locali, consentiti, appunto, solo in possesso di green pass. Vale tanto in Italia, quanto a Foligno. In questo senso e per capire quindi gli umori della vigilia, Rgunotizie.it ha raccolto le voci di alcuni commercianti del centro.
“Accettiamo la decisione presa da Roma – spiega Paolo Berti del ristorante ‘MeTeMagno’ -, siamo pronti e ci siamo già organizzati anche con specifiche App per la verifica della validità del certificato verde che esibiranno i clienti”. Lo stesso che, per Berti, potrebbe rivelarsi un incentivo alla vaccinazione importante per lasciarsi alle spalle l’emergenza sanitaria. “Chiaro che aggiungere il controllo del green pass alle già tante attività quotidiane potrebbe portare difficoltà nell’organizzazione del lavoro – prosegue -, ma ritengo sia una mossa necessaria che accogliamo con entusiasmo e rispetto cui ci rimboccheremo le maniche”.
Maniche che, anche dalle parti del ristorante “Il Cavaliere”, sono pronti a rimboccarsi, seppur con un po’ di scetticismo. “Dopo le numerose disposizioni anti contagio cui da tempo ci atteniamo – sottolinea Francesco Martellini –, con il green pass sembra quasi di tornare indietro. Non sarà facile organizzarsi e mettere qualcuno all’ingresso incaricato del controllo del certificato, l’obbligo del quale – riflette Martinelli – potrebbe anche condizionare, in termini di numeri, i flussi di clientela. Staremo a vedere – conclude –, noi ce la metteremo tutta”.
Di scarsa informazione ricevuta dal Governo rispetto al green pass parla, invece, Matteo Ottavi del “Via del Corso Bar”. “Sarà utile confrontarsi con i colleghi – spiega – perché non si è ben capito in che modo procedere dal 6 agosto. Anche se, soprattutto nei momenti di pienone, non sarà facile organizzarsi per verificare che il cliente disponga del green pass – ammette Ottavi -, non vedo comunque quest’obbligo come un’ulteriore restrizione. Anzi – evidenzia – è una cosa necessaria per evitare al settore un’altra battuta d’arresto”.
Critico Gioele Pellino del “Central Bar” che, tra l’altro, si dice “in profondo disaccordo con la questione green pass”. “È un qualcosa di discriminatorio – riferisce Pellino – che, nonostante i giri di parole, comporta di fatto l’obbligo della vaccinazione. Considerato che da Palazzo Chigi non è ancora arrivata nessuna direttiva puntuale a riguardo – conclude – non ci stiamo ancora attrezzando in ottica di certificato verde, restiamo in attesa”.