“È tempo di rimboccarsi le maniche per restituire dignità creando posti di lavoro”. Sono le parole pronunciate da papa Francesco venerdì mattina nella Basilica di Santa Maria degli Angeli. Bergoglio è arrivato ad Assisi per la quinta volta dall’inizio del suo pontificato. Questa volta lo ha fatto in occasione della Giornata mondiale dei poveri – che ricorrerà domenica 14 novembre -. E proprio con i poveri papa Francesco si è voluto unire, per sentire le loro storie e abbracciarli da vicino. Cinquecento quelli presenti all’interno della Basilica che ospita la Porziuncola e dove Francesco è stato accolto dal vescovo di Assisi e Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, dal sindaco della città serafica Stefania Proietti e dal presidente della Ceu, Renato Boccardo. Nel suo discorso, oltre a ringraziare il coraggio e la forza di “resistere” dei poveri, il pontefice ha voluto ringraziare anche il cardinale Philippe Barbarin “per essere tra i poveri” ed Étienne Villemain, presidente dell’associazione Fratello che ha ispirato la creazione della Giornata dei poveri. Un “enfant terrible” come lo ha definito il Papa in maniera scherzosa. Dall’idea di Étienne, nata dentro una sagrestia, è partita una nuova luce di speranza e vicinanza nei confronti dei poveri. A scaldare i loro cuori una giornata speciale, arricchita dalle parole di papa Francesco e da un dono. Una bisaccia contenente indumenti “caldi”, che possa fargli sempre sentire l’abbraccio del Papa. Prima di pronunciarsi e condividere con i presenti un momento di preghiera, arrivato ad Assisi Francesco si è recato al monastero di Santa Chiara per un breve incontro con le clarisse. Poi l’appuntamento in Basilica, dove Bergoglio ha ricevuto il mantello e il bastone del pellegrino. Al termine, un fuori programma con la visita ed il pranzo insieme alle clarisse di Spello, del monastero di Vallegloria. I 500 poveri si sono invece fermati a pranzo con il vescovo Domenico Sorrentino. Nel mezzo, le bellissime testimonianze di chi, di fronte alla Porziuncola, si è rivolto a papa Francesco. Discorsi spesso interrotti da momenti di forte commozione. Dalla testimonianza di una giovane famiglia francese che aiuta gli ultimi nei quartieri difficili di Parigi a quella dello spagnolo Sebastian, un passato tra droga e delinquenza prima di aprire definitivamente il cuore a Gesù. Toccante anche la testimonianza di Mariana, 43enne rumena costretta sulla sedia a rotelle da una dolorosa malattia. Ora sono i due giovani figli a prendersi cura di lei, dopo una vita spesa a lavorare per crescerli. Una donna e un uomo dell’Afghanistan hanno invece portato la loro testimonianza. Sono accolti dalla Caritas di Foligno e in città stanno ricominciando a vivere, dopo essere scappati pochi mesi fa dalle persecuzioni dei talebani.
LE FRASI DEL PAPA – “Grazie per tutto quello che avete manifestato con coraggio e sincerità – ha detto papa Bergoglio al termine dell’incontro con i poveri -. Ho colto, anzitutto, un grande senso di speranza. Resistere, questa è la seconda impressione che ho ricevuto e che deriva proprio dalla speranza – ha proseguito -. Cosa vuol dire resistere? Avere la forza di andare avanti nonostante tutto, andare controcorrente. Resistere non è un’azione passiva, al contrario, richiede il coraggio di intraprendere un nuovo cammino sapendo che porterà frutto”. Nel suo discorso, il pontefice ha ammonito: “Spesso la presenza dei poveri è vista con fastidio e sopportata; a volte si sente dire che i responsabili della povertà sono i poveri: un insulto in più! Pur di non compiere un serio esame di coscienza sui propri atti, sull’ingiustizia di alcune leggi e provvedimenti economici, un esame di coscienza sull’ipocrisia di chi vuole arricchirsi a dismisura, si getta la colpa sulle spalle dei più deboli”. E nel suo quinto viaggio ad Assisi, il papa che porta il nome del Poverello non poteva non fare un riferimento a San Francesco: “Siamo qui alla Porziuncola, una delle chiesette che lui pensava di restaurare, dopo che Gesù che gli aveva chiesto di ‘riparare la sua casa’. Allora mai avrebbe pensato che il Signore gli chiedesse di dare la sua vita per rinnovare non la chiesa fatta di pietre, ma quella di persone, di uomini e donne che sono le pietre vive della Chiesa. E se noi siamo qui oggi è proprio per imparare da ciò che ha fatto San Francesco”.