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Foligno, è scontro politico sulla terapia del dolore. Pd a Zuccarini: “Ora la colpa è nostra?”

Pubblicato il 18 Gennaio 2022 10:49 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:22

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Arrivato a Foligno nel 2021, ha guidato per tre anni il Nucleo operativo e radiomobile della locale Compagnia. Venerdì mattina è stato ricevuto in Comune dal sindaco Zuccarini che gli ha consegnato il gagliardetto della città per il lavoro svolto

Continua la scia di polemiche che in queste ore sta interessando il servizio di terapia del dolore dell’ospedale di Foligno. Ad accendere i riflettori sull’argomento era stato, nei giorni scorsi, il consigliere regionale del Pd, Donatella Porzi. La stessa che, rivolgendosi direttamente al sindaco della città della Quintana, Stefano Zuccarini, aveva lamentato la soppressione del servizio stesso in virtù dell’attivazione del modulo “Arcuri” e del conseguente impiego di risorse umane aggiuntive.

Le precisazioni dell’Usl Umbria 2 e la risposta del primo cittadino non si sono fatte attendere. L’azienda sanitaria, dal canto suo, ha puntualizzato come “l’attivazione del modulo ‘Arcuri’ ha comportato una riduzione temporanea delle attività programmabili” ma che “restano comunque pienamente garantite le prestazioni urgenti”. Poi, come detto, anche la replica di Zuccarini, che ha sottolineato come “la struttura di terapia del dolore fu cancellata circa sette anni fa dalle precedenti amministrazioni Pd che decisero di non rinnovarla e trasferirla a Perugia”. Specificando che “fu lasciato solo un ambulatorio con due operatori che ancora oggi si alternano per le prestazioni”, il numero uno di palazzo Orfini Podestà ha dunque smentito la dem Porzi: “L’ambulatorio della terapia del dolore di Foligno è aperto, niente affatto chiuso come lei afferma, ma con prestazioni momentaneamente ridotte alla sola urgenza in quanto si è reso necessario prevedere un turno di anestesisti per il modulo ‘Arcuri’”.

Ma il botta e risposta non si è esaurito qui. Nelle scorse ore, ad intervenire, è stata Rita Barbetti, consigliere comunale in forza al Partito democratico. “La terapia del dolore nell’ospedale di Foligno non è stata mai un reparto a sé – ha scritto sui social l’esponente di minoranza -, quindi nessuno mai lo ha spostato a Perugia. È un servizio trasversale, afferente ad anestesiologia e rianimazione, che si avvale anche di un ambulatorio per prestazioni ad esterni”. La dem ha quindi precisato che “attualmente il personale operante in tale ambulatorio è stato dirottato presso il modulo per malati Covid ‘Arcuri’”, che “le prestazioni periodiche sono state sospese” e che “le emergenze vengono gestite principalmente attraverso il pronto soccorso”. “Il modulo ‘Arcuri’ risulta ad oggi fortunatamente vuoto – ha proseguito Barbetti -, di sette sale operatorie, causa mancanze di personale, ne sta funzionando una sola”. Spiegando poi come le persone che non hanno spazio per fare la quarantena in casa si stiano rivolgendo alla Caritas e che, in questo senso, “nessuno spazio o convenzione sono stati attivati dal Comune”, per la dem occorre “parlare di fatti e cercare soluzioni, non continuare a dissertare a vuoto, affermando spesso, impudentemente – conclude -, cose non vere”.

E le ha fatto eco l’intero gruppo politico che non c’è andato per il sottile: “Perdonateli, folignati, perché non sanno di cosa parlano e nemmeno cosa fare”. Il Pd, in particolare, ha replicato alle parole del sindaco Zuccarini, lo stesso che, hanno detto, “ci addebita la chiusura di un reparto di terapia del dolore e del relativo trasferimento a Perugia. Peccato – hanno aggiunto i dem folignati – che questo ‘reparto’ non ci sia mai stato ma quello della terapia del dolore sia sempre stato un ‘servizio’ trasversale, che fino a pochi giorni fa c’era ed ora non c’è più”. Non è andato giù al partito che “invece di attivarsi in seguito alle segnalazioni di Barbetti e Porzi per cercare di alleviare le sofferenze dei cittadini, la maggioranza preferisce berciare nello stile che l’ha contraddistinta finora, ossia uno sterile scaricabarile”. La domanda in casa Pd, dunque, rimane: “Cosa si sta facendo per riattivare un servizio così necessario?”.

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