“Cara consigliera Porzi qui di patetico, oltre al suo italiano, vi è solo il suo misero tentativo di mistificare la realtà”. Queste le parole del sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, in risposta all’affondo arrivato negli scorsi giorni dal consigliere regionale del Partito democratico, Donatella Porzi.
La stessa che, lo ricordiamo, a due giorni dall’incontro tra il primo cittadino e i vertici della sanità locale sulla situazione al “San Giovanni Battista”, era andata all’attacco proprio del numero uno di palazzo Orfini Podestà. “Il sindaco – aveva detto Porzi – nella sua pressoché totale inedia si è limitato a richiedere una riunione alla quale è seguito un patetico comunicato stampa, in pieno stile oscurantista”. Per l’esponente regionale, il problema è lo stato di salute del nosocomio folignate condizionato dal costante depotenziamento, “segno – aveva detto – di un preciso disegno politico”. Ma la dem aveva posto l’accento sul depotenziamento che, a parer suo, interessa, in particolare, il servizio della terapia del dolore. Lo stesso che, sempre stando a quanto riferito da Porzi, è stato chiuso in virtù del Piano pandemico regionale che ha comportato l’attivazione del modulo di terapia intensiva cosiddetto “Arcuri”, con il conseguente impiego di risorse umane aggiuntive, soprattutto medici anestesisti. Una vicenda rispetto cui la stessa Donatella Porzi ha presentato un’interrogazione che sarà discussa nel prossimo “question time” del consiglio regionale. Un’interrogazione per capire, tra le altre cose, come la Regione “intende intervenire, a tutela della salute dei pazienti, per l’immediata ripresa – appunto – delle terapie del dolore, visto che – aveva evidenziato – devono essere garantite per legge come Lea”.
Ma la risposta di Stefano Zuccarini non si è fatta attendere. Ironizzando sul fatto che la dem conosca o meno il significato della parola “inedia”, il sindaco della città della Quintana ha ricordato come “la struttura di terapia del dolore fu cancellata circa sette anni fa dalle precedenti amministrazioni Pd che decisero di non rinnovarla e trasferirla a Perugia”. Il primo cittadino ha poi evidenziato la presenza del solo ambulatorio, con due operatori che ancora oggi si alternano per le prestazioni. “Attualmente – ha proseguito Zuccarini rivolgendosi alla dem – l’ambulatorio di Foligno è aperto, niente affatto chiuso come lei afferma, ma con prestazioni momentaneamente ridotte alla sola urgenza in quanto da cinque giorni si è reso necessario prevedere un turno di anestesisti per il modulo ‘Arcuri’”. Al netto di tutto, quello di Porzi, per Zuccarini, non è altro che uno “sconclusionato attacco politico”, che “specula sull’emergenza Covid” e “dimostra scarsa conoscenza del presidio ospedaliero”.
E sulla soppressione del servizio lamentata da Porzi, è arrivata anche la precisazione dell’Usl Umbria 2. “All’ospedale di Foligno – si legge in una nota diffusa dall’azienda sanitaria – il servizio di terapia del dolore gestito da dirigenti anestesisti rimane attivo. L’attivazione dei posti letto nel modulo ‘Arcuri’ del ‘San Giovanni Battista’ ha reso necessario un fabbisogno maggiore di dirigenti anestesisti con una conseguente riduzione temporanea delle attività programmabili, quale quella ambulatoriale della terapia del dolore. Comunque – puntualizzano dall’Usl Umbria 2 – restano pienamente garantite, per tali attività, le prestazioni urgenti, trattate dallo stesso ambulatorio di terapia del dolore o dai sanitari del Pronto soccorso”.