Sono 17, sulle 19 previste inizialmente, le Case di comunità che verranno realizzate in Umbria grazie ai fondi del Pnrr dedicato alla sanità, illustrato negli scorsi giorni dalla presidente Donatella Tesei, dall’assessore alla Salute Luca Coletto e dai vertici della sanità umbra a sindaci, associazioni di categoria e sindacati. In cantiere progetti che coinvolgeranno – tra gli altri – i due capoluoghi di Perugia e Terni, le principali città dell’Umbria come Città di Castello e Spoleto, ma anche piccoli borghi come Montefalco e Nocera Umbra. Una lista lunga 16 comuni (a Perugia ne sono previste due, una delle quali a Ponte San Giovanni), in cui non compare, però, il nome di quella che è la terza città dell’Umbria, ossia Foligno.
Un’assenza che non è passata inosservata, come dimostra l’interrogazione della consigliera folignate di minoranza in quota Pd, Rita Barbetti, che denuncia “ancora una volta – si legge nel documento – l’incuria con cui viene affrontata la gestione della salute pubblica da questa amministrazione”. Da qui, come detto, una serie di quesiti rivolti all’indirizzo del sindaco Stefano Zuccarini, a cominciare dal perché, appunto, per Foligno non sia stata prevista “una casa di comunità né alcun altro finanziamento”. L’esponente “dem” chiede inoltre di sapere chi abbia partecipato in rappresentanza del Comune di Foligno e quale posizione sia stata assunta “di fronte ad una scelta – dichiara – che esclude la nostra città dal beneficio di una struttura sanitaria operante per 24 ore”. Per Barbetti è necessario, dunque, che l’amministrazione folignate espliciti anche le azioni che intende “mettere in campo per dotare anche Foligno di un presidio continuativo a tutela di tutti i cittadini” e per “contestare il Piano sanitario regionale che riduce i distretti sanitari da 12 a 5 (dovrebbe essere uno ogni 100mila abitanti circa), con accorpamenti – conclude – spesso inopportuni”.
IL PIANO UMBRO – Come detto, sono 17 le Case di comunità che verranno realizzate in tutta Umbria. Nel dettaglio, il piano prevede i seguenti investimenti: Città di Castello 1.700.000 euro; Umbertide 200.000 euro; Magione 1.600.000 euro; Gubbio 1.700.000 euro; Perugia 5.700.000 euro; Ponte S. Giovanni 160.000 euro; Todi 404.000 euro; Montefalco 1.200.000 euro; Spoleto 300.000 euro; Nocera Umbra 700.000 euro; Norcia 10.000.000 euro; Cascia 10.000.000 euro; Terni 3.500.000 euro; Amelia 2.300.000 euro; Narni 3.300.000 euro; Orvieto 3.200.000 euro; Fabro 670.000 euro.
COSA SONO LE CASE DI COMUNITÀ – Le Case di comunità, così come riportato nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, sono delle strutture sanitarie all’interno delle quali opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri e altri professionisti della salute, che dovrà rappresentare una sorta di filtro nell’accesso agli ospedali. Saranno operative h24, ha sottolineato nel suo intervento Rita Barbetti, ospitando ambulatori, guardia medica, cup, punto prelievi, macchinari per diagnostica e assistenza domiciliare.