Non si è fatta certo attendere la replica della dem Rita Barbetti al recente annuncio del sindaco Stefano Zuccarini relativo alla creazione in città di una casa di comunità. Quella che, a sentire il primo cittadino, verrà realizzata nella nuova sede che sarà costruita per ospitare il distretto sanitario della Usl Umbria 2. Ma sempre la stessa che, replica appunto Barbetti, non sembra invece essere prevista dalle carte. Dalle carte, sì, perché la presa di posizione dell’esponente del Partito democratico gira tutta intorno a “fatti e documenti”. Quali? Il Dpcm del 4 febbraio 2021, la delibera 330 dell’Usl 2 datata 28 febbraio scorso e quella della giunta regionale numero 152 dello stesso giorno. Utile andare per gradi.
Barbetti parte dalla constatazione che “i fondi per l’adeguamento sismico dell’ospedale di Foligno, di circa 19 milioni di euro, erano già presenti nel Dpcm del 4 febbraio 2021. Nello stesso decreto, nell’ambito dell’edilizia sanitaria – aggiunge la dem -, erano previsti 18 milioni per la costruzione di un nuovo edificio per Centro servizi Ausl Umbria 2 da destinare all’Umbria”. Detto ciò, Barbetti passa alla riunione del 24 febbraio scorso che ha visto seduti al tavolo la presidente della Regione, Donatella Tesei, l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, sindaci del territorio e rappresentanze sindacali. Un vertice in cui, spiega Barbetti, “sono state individuate le città che ospiteranno case di comunità e Foligno non c’è nell’elenco”. Da qui l’immediato invio di un’interrogazione al consiglio comunale “per chiedere conto dell’assenza della nostra città e tentare di cambiare le scelte di palazzo Donini prima che fossero ratificate da un’imminente delibera di giunta”. E le conferme dell’assenza della città della Quintana, Barbetti le rintraccia intanto nella delibera 330 della Usl Umbria 2 del 28 febbraio. “Nell’atto non c’è nulla per Foligno – sottolinea la dem -, né case di comunità, né ospedali di comunità, né centrali operative territoriali”.
Ed eventuali rassicurazioni, per lei, non arrivano neanche dalla delibera 152 della giunta regionale sempre del 28 febbraio. “Dove – evidenzia Barbetti -, oltre ad un po’ artificioso elogio alla centralità di Foligno, si legge solo della ‘previsione’ di ubicare qui la palazzina già destinata all’Umbria con il Dpcm di cui sopra che potrà ospitare la casa di comunità”. E su questa “previsione” riflette l’esponente del Pd: “Ci sarà una compensazione, un risarcimento – si domanda in tal senso – per l’assenza della nostra città dai benefici elargiti dalla Regione ad altre zone?”.
Barbetti parla dunque di una “Foligno dimenticata, non più al centro del mondo ma nemmeno ai margini, e che, con i suoi 60mila abitanti, non ha una casa di comunità che dovrebbe avere un’utenza di circa 40-50mila persone”. Una struttura, aggiunge la dem, “funzionante tutti i giorni h24, con specialisti di ogni genere, Cup, screening, diagnostica ed infermieri per assistenza domiciliare che faciliterebbe la vita di malati e fragili. Foligno – prosegue – ne ha pieno diritto, perché siamo gli unici a rimanere indietro? E lo stesso discorso vale per gli ospedali di comunità e Cot”. Tutto ciò, per l’esponente del Pd in consiglio comunale, è “ingiusto, vergognoso ed inaccettabile”. “Facile banalizzare, parlando di strumentalizzazione – attacca infine Barbetti -, ma la salute non ha connotazione di parte e quello che conta sono i fatti e i documenti, non le parole in libertà”.
SPI CGIL – E sulla questione è intervenuto anche il sindacato pensionati italiani. Mario Bravi, segretario generale provinciale Spi Cgil Perugia, e Massimo Venturini di Lega Spi Cgil Foligno, non hanno esitato a ribadire come Foligno debba avere la casa di comunità. “Tre le 17 da attivare in regione, la terza città dell’Umbria non viene nemmeno presa in considerazione – si legge in una nota dal sindacato -. Queste strutture di prossimità, articolazioni strategiche del sistema sanitario, sono previste per ambiti territoriali di 40-50mila abitanti – evidenziano Bravi e Venturini -, ma la Regione ha cancellato Foligno che, ed è sfuggito a Tesei e Coletto, insieme ai comuni immediatamente confinanti, supera i 70mila abitanti”. E sottolineando come il problema non venga risolto dalla previsione di due case di comunità a Montefalco e Nocera Umbra, lo Spi Cgil invoca un dietrofront di palazzo Donini e gli chiede “di aprire un confronto vero con chi conosce le esigenze e i bisogni dei cittadini che vivono nel territorio”.