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Videocamera negli spogliatoi dell’ospedale, la proposta: “Serrature elettroniche con badge”

Pubblicato il 21 Marzo 2022 11:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:12

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Per limitare furti o episodi incresciosi basterebbe poco. A dirlo è la Uil Fpl, che interviene in merito al dibattito che si è innescato all’indomani del ritrovamento di una videocamera nascosta negli spogliatoi delle infermiere dell’ospedale “San Giovanni Battista”. Per il sindacato, limitarsi a denunciare il fatto non aiuta a prevenire il ripetersi di certi episodi. “Occorre intervenire con proposte concrete, credibili e fattibili”, così Andrea Russo, della segreteria regionale della Uil Fpl, che ha invitato la Usl 2 dell’Umbria a mettere in pratica con urgenza interveniti capaci di aumentare il livello di sicurezza e di privacy all’interno delle strutture sanitarie del territorio. Interventi che Russo chiede vengano fatti “subito”, con la capacità di trovare una soluzione concreta alla questione. “Negli ultimi tempi si susseguono, con sempre maggior frequenza, furti all’interno dei locali dell’azienda Usl Umbria 2 – scrive Andrea Russo in una nota -. Come se non bastasse, è di questi giorni un episodio che ha dell’incredibile”. Il riferimento è al ritrovamento della videocamera, posta all’interno di un secchio al quale è stato applicato un foro per poter “spiare” le infermiere durante il cambio della divisa e nel momento di fare la doccia. “Una violazione della privacy vergognosa – sottolinea Russo – che l’azienda aveva il dovere di prevenire, mettendo in campo ogni iniziativa utile a tale scopo. Cosa che, incomprensibilmente, ancora ad oggi non è accaduta”. Da qui, la proposta della Uil Fpl: “Per limitare accessi non autorizzati agli spogliatoi ed agli altri locali aziendali, basterebbe installare serrature elettroniche digitali con riconoscimento tramite badge aziendale – è l’idea di Andrea Russo – in modo da autorizzare soltanto il personale che può effettivamente accedere. Cosa che già in altre aziende umbre è stata fatta da tempo. Si tratta – conclude – di dispositivi dal costo irrisorio: qualche decina di euro l’una”.

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