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Vertice Cgil su salute e Pnrr: “Grave l’assenza di una Casa di comunità nel Folignate”

Pubblicato il 2 Aprile 2022 09:39 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:10

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Un territorio di circa 70mila abitanti come quello che si sviluppa tra Foligno, Spello e Trevi non può rimanere senza una Casa di comunità. Lo ha ribadito lo Spi Cgil in occasione del dibattito su sanità e Pnrr che si è tenuto nella mattinata di venerdì primo aprile a Borgo Trevi.

Promosso dalle leghe pensionati di Foligno, Spoleto e della Valnerina insieme allo Spi Cgil provinciale di Perugia, l’incontro coordinato da Massimo Venturini, ha visto intervenire Paolo Di Loreto (Spi Cgil Spoleto), Paolo Paulucci (Spi Cgil Foligno), Alessandro Vergari (Spi Cgil Valnerina), Anelide Michelsanti (Spi Cgil Spoleto), Angelo Scatena (Cgil Foligno) e Mario Bravi (segretario generale Spi Cgil Perugia). Mentre a concludere i lavori è stata Maria Rita Paggio, segretaria generale Spi Cgil Umbria.

Dopo la presa di posizione delle scorse settimane ad opera di Mario Bravi, dunque, la vicenda della casa di comunità nel Folignate continua a tenere banco. Ma non è l’unica questione sul tavolo. Nel corso dell’incontro trevano, infatti, è stato comunicato come siano state oltre 1.500 le firme raccolte sul territorio a sostegno della petizione popolare lanciata da Cgil, Cisl e Uil per una sanità pubblica e universale in Umbria. Firme che verranno ora presentate in consiglio regionale. La data di consegna è quella di martedì 5 aprile. Nella stessa giornata, dalle 9.30, si terrà un presidio in piazza Italia a Perugia, nel corso del quale interverranno alcune lavoratrici e lavoratori della sanità e non solo, insieme ai tre segretari generali di Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, Vincenzo Sgalla, Angelo Manzotti e Maurizio Molinari. 

I tre sindacati – lo ricordiamo – avevano chiesto il sostegno della popolazione alle proprie proposte, sintetizzate in un documento che indica 8 punti fondamentali per il futuro della sanità in Umbria: lotta al Covid, assunzioni di personale con contratti stabili (2000 è la cifra indicata dai sindacati), protocollo sugli appalti, lotta agli infortuni e alle malattie professionali, rapporto con l’università, confini chiari per la sanità privata, programmazione pubblica e investimenti e partecipazione.

Ad appoggiare la petizione delle tre sigle era stato negli scorsi giorni anche il Partito democratico, promotore – insieme alla Cgil – del sit-in di protesta a cui aveva fatto da sfondo, esattamente una settimana fa, l’ospedale di Foligno. In quell’occasione rappresentanti “dem” regionali e locali si erano ritrovati nel piazzale antistante il San Giovanni Battista per rivendicarne “il ruolo d’eccellenza che – avevano sottolineato – non c’è più”. A poche ore da quello stesso presidio, a prendere la parola sulla questione sanità era stato anche il dottor Francesco Corea, rappresentante sindacale di Cimo Umbria, che aveva “denunciato” la mancanza di primari all’interno dell’ospedale folignate.

Tornando alle case di comunità, la vicenda folignate era stata sollevata alla fine del mese di febbraio da esponenti locali e regionali del Pd.

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