Impegno civile lo aveva già annunciato alla fine dello scorso mese di settembre e ora ne dà anche la conferma: il risarcimento che la Vus dovrà corrispondere all’ex presidente Lamberto Dolci ed alla consigliera Daniela Riganelli sarà “posto a carico dei cittadini con le relative ‘bollette’”. Secondo quanto rendono noto i due esponenti, Stefania Filipponi e Stefano Stefanucci, infatti, “tra i pagamenti del 2021, pubblicati su ‘società trasparente’ risultano 36mila euro in favore di ‘Dolci e Riganelli per rimborso spese e risarcimento danni’. Cosa ben più grave – aggiungono – è che il risarcimento, conseguente alla revoca, frutto di scelte politiche, sia qualificato come ‘fatture acqua’ e quindi posto a carico dei cittadini”.
Inaccettabile per Filipponi e Stefanucci, che chiedono che l’importo erogato a favore degli ex amministratori venga posto “a carico dei sindaci che hanno votato la revoca” delle vecchio Cda. Revoca successiva, ricordano, alla richiesta della giunta Zuccarini all’assemblea dei soci della Valle Umbra Servizi “di procedere alla sostituzione dei vertici della società, essendo venuto meno il rapporto fiduciario, alla luce dei nuovi equilibri politici scaturiti dalle elezioni amministrative”.
E così era stato. Il 21 agosto 2019, infatti, come spiegano i due esponenti di Impegni civile, l’assemblea aveva “deliberato a maggioranza (con il 53,3% dei voti favorevoli) la revoca degli amministratori Dolci e Riganelli, così come proposta dal sindaco di Foligno, applicando lo spoil system”. Decisione che, secondo quanto si era appreso successivamente, aveva spinto i due amministratori ad attivare “la procedura della negoziazione assistita, chiedendo di essere risarciti per ‘la revoca senza giusta causa’”. Favorevole l’assemblea dei soci che aveva “accolto la richiesta – proseguono Filipponi e Stefanucci – riconoscendo, evidentemente, la illegittimità della delibera adottata”.
Da ieri, quindi, ad oggi, con le “novità” annunciate da Impegno civile. “Non risulta che tale ‘voce’ (ossia quella relativa al risarcimento danni, ndr), possa essere considerata un costo del servizio idrico, secondo le regole stabilite dall’Autorità di vigilanza del settore. Inoltre – aggiungono – la delibera di revoca (senza giusta causa, come sembra), votata a maggioranza dai Comuni soci, ha causato un danno economico a Vus, che ha dovuto indennizzare gli amministratori estromessi, e questo costo – ribadiscono – rappresenta un danno erariale, essendo una società ‘in house providing’”.
La questione, dunque, è stata sottoposta al vaglio della Corte dei Conti, “informando di tali fatti anche l’Autorità umbra per rifiuti e idrico – concludono Stefania Filipponi e Stefano Stefanucci – chiedendo gli opportuni provvedimenti a tutela degli utenti”.