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Foligno, tra cambi di casacca in consiglio e Tari il Pd torna all’attacco dell’amministrazione

Pubblicato il 7 Giugno 2022 10:37 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:59

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L’uscita dalla Lega di un secondo consigliere comunale, i timori sul futuro di Afam e l’aumento della Tari. Tutti elementi, tutti recenti, che, secondo il Pd cittadino, hanno concorso a rendere la settimana appena conclusa “incandescente per la vita politica ed istituzionale di Foligno”.

Tre punti, come detto, su cui i “dem” riflettono, a cominciare proprio dal passaggio al Gruppo misto del consigliere Caterina Lucangeli, arrivato – lo ricordiamo – a pochi mesi di distanza da quello di Domenico Lini. Un nuovo cambio di casacca, quindi, che per il Pd cittadino “dimostra come la Lega non sia granitica come vorrebbe apparire”. E per quella che bollano come “emorragia di amministratori”, i “dem” individuano due diverse cause. Una fa riferimento a “dinamiche squisitamente politiche”, ma l’altra “all’inerzia – osservano – con cui ormai agisce l’amministrazione comunale”. “Che il ‘re sia nudo’ – riferiscono dal Partito democratico – è ormai fin troppo evidente, con una città isolata a livello regionale e priva di una classe dirigente capace di attuare politiche per promuovere e salvaguardare il tessuto economico e sociale”.

Altra questione sollevata e che, anche in questo caso, per i “dem” certifica “la confusione nel centrodestra folignate”, è la recente elezione del dottor Andrea Petterini come presidente del Collegio dei revisori dei conti del Comune di Foligno. Ma se sul suo conto il Pd spende solo parole al miele parlando di “stimato professionista”, ciò che stona, per il gruppo, è il fatto che lo stesso Petterini “si dovrà dimettere dal Consiglio di amministrazione di Afam, perché incompatibile, minando la continuità gestionale della società controllata dal Comune e che già sconta, secondo i rumors cittadini, un presidente eternamente assente”.

A completare il quadro, l’aumento medio del 10% della tassa sui rifiuti nel 2022. “I cittadini – attaccano dal Pd – pagheranno una tariffa più alta rispetto al 2021 a fronte di un servizio incommentabile”. Non bastano per i democratici le rassicurazioni della nuova classe dirigente di Vus, occorrono i fatti. Gli stessi che, però, secondo il Pd, “dimostrano l’esatto contrario delle parole”. E in questo senso viene posto l’accento sulla condizione della raccolta porta a porta, “diventata ormai – sottolineano – una sorta di ‘gratta e vinci’ perché il cittadino non sa più se il mastello esposto verrà raccolto oppure no”. Il risultato, evidenziano dal gruppo, è “una città sempre più sporca, alla faccia di famiglie ed imprese che troveranno un conto salato”. Infine, la stangata: “Per l’amministrazione, meno servizi e tariffe più alte è la giusta direzione – attaccano dal Pd -, perché secondo questi autorevoli pensatori il centrosinistra teneva basse le tariffe della Tari non per perseguire la perequazione fiscale e non gravare eccessivamente su un tessuto economico e sociale già fortemente gravato dalla crisi economica post 2008, ma esclusivamente per motivi elettorali”.

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