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Sanità, in Umbria impossibile prenotare una visita gastroenterologica

Pubblicato il 7 Agosto 2022 05:29 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:47

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Il medico le prescrive una visita gastroenterologica, ma negli ospedali umbri non ci sono posti disponibili. È la disavventura di una paziente che, negli scorsi giorni, ha tentato invano di prenotare la visita specialistica che le era stata consigliata. Un caso purtroppo non isolato, viste le tante storie che le cronache riportano quotidianamente, ma che contribuisce a mantenere accesi i riflettori su una questione spinosa. Quella, cioè, delle infinite liste d’attesa, già presenti ben prima dell’emergenza Covid, ma che la pandemia ha allungato ulteriormente, nonostante i tentativi della sanità regionale di sfoltirle. “Dopo una diagnosi di uveite e diverse recidive – racconta alla redazione di rgunotizie.it – la dottoressa che mi segue mi ha detto che quest’infiammazione continua agli occhi potrebbe essere sintomo di altre patologie. Così – prosegue – mi ha prescritto ulteriori accertamenti. Tra questi, mi ha consigliato una visita da un gastroenterologo, dal momento che l’uveite potrebbe celare una malattia silente. Purtroppo, però, non sono riuscita a dar seguito alle indicazioni della dottoressa, perchè non è possibile prenotare una visita in tutta Umbria”. Ricetta alla mano, infatti, la donna si è collegata al portale online del Cup per prenotare la visita, ma non ha trovato posti disponibili. “In un primo momento ho pensato si trattasse di un malfunzionamento del sistema, – commenta – così, mi sono recata fisicamente al Cup, ma l’esito è stato identico”. Insomma, nessuna anomalia alla piattaforma. Molto più semplicemente non ci sono gastroenterologi disponibili su tutto il territorio regionale. La soluzione? L’inserimento in lista d’attesa ma senza avere tempi certi su quando e dove potrà effettuare la visita. L’alternativa, come sempre accade in queste circostanze, resta quella di rivolgersi al privato. Un’opzione che, però, non è accessibile a tutti soprattutto visto i costi che spesso le visite specialistiche private comportano. “Non sempre – sottolinea – chi deve fare accertamenti specialistici può permettersi di farli privatamente. Mi chiedo cosa debba fare un paziente per curarsi” si domanda allora la donna, che non nasconde l’amarezza e la rabbia per l’intera vicenda. Una vicenda che, come detto, la accomuna a tanti altri cittadini che si trovano nelle sue stesse condizioni: una ricetta medica in mano, ma nessuna possibilità di farsi visitare in una struttura pubblica.

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