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San Francesco, il cardinale Zuppi: “Il lupo della guerra sia addomesticato”

Pubblicato il 4 Ottobre 2022 10:52 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:36

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“Il nostro patrono, uomo universale, aiuti l’Europa a essere all’altezza della tradizione che l’ha creata e il mondo intero a non rassegnarsi di fronte alla guerra”. Sono le parole pronunciate dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana questa mattina ad Assisi. Il cardinale è intervenuto in occasione dei festeggiamenti per San Francesco d’Assisi, in una cerimonia particolarmente sentita. Dal nemico invisibile del Covid-19 alla guerra che sta bussando alle porte d’Europa, il cardinale Zuppi si è affidato al Poverello d’Assisi come segno di speranza: “Con San Francesco – ha detto il presidente della Cei nel suo intervento – crediamo che il lupo terribile della guerra sia addomesticato e facciamo nostro l’accorato appello di papa Francesco indirizzato certo ai due presidenti coinvolti direttamente, ma anche a quanti possono aiutare a trovare la via del dialogo e le garanzie di una pace giusta”. Già, perché, per dirla con le parole del cardinale, “tutti possiamo essere artigiani di pace”. Quest’anno ad accendere la lampada votiva per la festa di San Francesco è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L’olio è stato offerto dalla Cei, attraverso Caritas Italiana. Il dono – 1.000 litri totali – proviene dalle diocesi di Bari-Bitonto e di Nardò-Gallipoli. Ed è proprio nel segno di “Fratelli tutti”, espressione più volte utilizzata dal cardinale, che quest’anno la festa del patrono d’Italia è stata celebrata anche in ricordo di coloro che hanno perso la vita a causa della pandemia. Fratelli e sorelle che non ce l’hanno fatta, ed altri che invece hanno contribuito, con il loro sacrificio, ad aiutare il prossimo durante tutto il periodo del Covid-19. E in occasione del suo discorso, il capo dello Stato ha esortato: “Non arrendiamoci alla logica di guerra, che consuma la ragione e la vita delle persone e spinge a intollerabili crescendo di morti e devastazioni”. “La pace – ha detto il presidente Mattarella – è un diritto iscritto nelle coscienze e rappresenta l’aspirazione più profonda di ogni persona, appena alza lo sguardo oltre il proprio presente”. Il presidente della Repubblica ha concluso il suo discorso ricordando che “ci avviciniamo all’ottocentesimo anniversario della morte di Francesco d’Assisi. A lui – ha sottolineato Mattarella – guardiamo come a uno dei padri della nostra civiltà, come a un visionario che plasma la realtà, capace di indicare il percorso verso un futuro al quale intendiamo essere fedeli”. Per la presidente della Regione Umbria, presente alla cerimonia insieme al sindaco di Assisi Stefania Proietti, il custode del Sacro Convento fra Marco Moroni, il vescovo di Assisi e Foligno monsignor Domenico Sorrentino, “è necessario che la diplomazia e il dialogo diventino protagonisti affinché si possano affermare i fondamentali principi del rispetto e dalla pace tra i popoli, così come ha affermato con forza papa Francesco nel suo ultimo ed accorato appello a russi ed ucraini per un immediato cessate il fuoco”.

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