Quindici giorni in meno di utilizzo dei riscaldamenti e temperature ridotte di un grado. È questo, in estrema sintesi, il contenuto del Decreto firmato dal ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nella giornata di giovedì 6 ottobre. Il documento del MiTE definisce, infatti, i nuovi limiti temporali per l’accensione degli impianti termici di climatizzazione alimentati a gas naturale in vista dell’ormai imminente stagione invernale, così come previsto dal Piano di riduzione dei consumi.
Entrando nel dettaglio del documento, posticipata di otto giorni la data di accensione dei riscaldamenti che, a fine stagione, andranno chiusi con sette giorni di anticipo. In tutto, come detto, ridotto di due settimane il periodo di utilizzo degli impianti. Salvo che non si verifichino situazioni climatiche “particolarmente severe”, di fronte alle quali le autorità comunali potranno autorizzarne l’accensione anche al di fuori dei periodi indicati dal Decreto ministeriale, purché venga rispettata una durata giornaliera ridotta. Come detto, poi, la temperatura andrà abbassata di un grado.
Le nuove disposizioni prevedono, però, delle esenzioni. È il caso di ospedali, cliniche e case di cura, asili nido e scuole dell’infanzia, ma anche piscine e saune, attività industriali ed artigianali, “per le quali – spiegano dal Ministero – le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria”. Esclusi anche gli edifici dotati di impianti ad energie rinnovabili.
Decreto alla mano, tempi e orari varieranno in base alla zona climatica di appartenenza. Sei quelle in cui risulta suddivisa l’Italia. Compresa l’Umbria, all’interno della quale troviamo diverse aree. Guardando al nostro territorio, i comuni di Foligno, Bevagna, Campello sul Clitunno, Cannara e Spello dovranno rispettare le disposizioni previste per le zone D: i riscaldamenti si potranno accendere a partire dall’8 novembre e andranno spenti il 7 aprile per un massimo di 11 ore giornaliere. Rientrano, invece, tra le zone E i comuni di Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Gualdo Cattaneo, Montefalco, Nocera Umbra, Trevi e Valtopina. In questo caso l’accensione potrà avvenire già dal 22 ottobre, mentre lo spegnimento è fissato sempre al 7 aprile. Nei comuni di fascia E, però, l’utilizzo massimo quotidiano sale a 13 ore.
L’obiettivo, per l’Italia, è quello di ridurre i consumi nazionali di gas di 8,2 miliardi di Smc. A tanto ammonta, infatti, quel 15% stabilito dal Regolamento Ue 2022/2369 del 5 agosto scorso, al quale devono attenersi tutti gli Stati membri per assicurarsi il necessario approvvigionamento energetico fino al 31 marzo 2022, alla luce dell’attuale situazione internazionale legata all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Putin.