Il folignate Luciano Rossi è il nuovo numero uno mondiale del tiro a volo. Già presidente della Fitav, da oggi Rossi guiderà l’Issf (International shooting sport federation). A decretarlo la 70esima Assemblea del massimo organismo mondiale del tiro, nella plenaria elettiva organizzata a Shrm-El-Sheik, in Egitto. Il sessantottenne umbro ha ricevuto 136 voti dei delegati delle Federazioni di tutto il mondo superando il presidente uscente: l’oligarca russo Vladimir Lisin che nel 2018 aveva ottenuto il suo primo mandato, superando proprio lo stesso Rossi con 4 voti di scarto e che nell’Assemblea odierna si è fermato a 127 consensi. “Sono naturalmente felicissimo di questo risultato – ha detto subito nelle primissime dichiarazioni Luciano Rossi, che è l’ottavo dirigente a rivestire il massimo incarico nella storia ultracentenaria dell’Issf – che arriva dopo anni difficili in cui ho svolto un duro lavoro con tutto il mio staff. Certamente – riporta il sito della Fitav – con questo risultato oggi viene premiata la mia determinazione e la passione per lo sport del tiro. Ringrazio tutti: in particolare la mia famiglia e coloro che mi hanno entusiasticamente votato, ma ringrazio anche chi non mi ha votato perché intendo essere davvero il presidente di tutti per il rilancio di questo nostro sport e per una gestione democratica della Federazione internazionale. Prometto di continuare con ancora più energico impegno il lavoro per lo sviluppo del tiro per un futuro migliore di quell’attività sportiva che è la mia vita e che più amo”.
LE POLEMICHE – Così come era avvenuto 4 anni fa, le elezioni dell’Issf sono state condite da tante polemiche. Già, perché proprio nella precedente tornata elettorale Luciano Rossi ipotizzò strane manovre ai suoi danni, tra cui delle minacce di morte. E lo sfidante di allora – lo stesso di oggi -, l’oligarca russo Vladimir Lisin (vicino al presidente russo Vladimir Putin), nelle scorse ore aveva ricevuto l’endorsement del segretario generale della Issf, sceso in campo in favore del numero uno uscente, prendendo pubblicamente posizione. Un fatto decisamente insolito, così come commentato dallo stesso Rossi all’Ansa: “Il rapporto tra il signor Lisin e il governo di Putin è stato evidenziato e divlugato da fonti autorevoli. Eppure, il fatto che un organismo ‘imparziale’ come il segretario generale, si sia formalmente attivato a favore di un candidato contro un altro, è estremamente grave”.