Raggirato da finti operatori telefonici del suo istituto di credito. È successo a Cannara lo scorso mese di giugno quando, un imprenditore della zona, si è visto prelevare dal proprio conto corrente 14mila euro. L’uomo, accortosi dell’ammanco, si è rivolto ai carabinieri della stazione di Cannara, raccontando di aver dapprima ricevuto un sms sul proprio cellulare che lo avvisava di una serie di accessi abusivi sul suo home banking, e di essere stato poi contattato telefonicamente da un soggetto che, presentandosi come operatore di una nota società di servizi e pagamenti digitali, lo aveva convinto a fornirgli i dati delle proprie carte di pagamento. Alcuni giorni dopo, si era accorto che erano state eseguite diverse operazioni fraudolente e che erano stati portati via circa 14mila euro.
Ricevuta la denuncia, i carabinieri hanno avviato una complessa attività d’indagine, che ha consentito di individuare i vari pagamenti e scoprire che il denaro era stato utilizzato per effettuare vari acquisti, tra cui abbigliamento e accessori da donna, buoni carburante, un gommone ed un motore fuori bordo.
Nonostante le difficoltà dovute all’impossibilità di risalire agli intestatari delle utenze telefoniche utilizzate, poiché intestate a soggetti residenti all’estero, e al fatto che per gli acquisti erano stati forniti nomi di fantasia, i carabinieri sono comunque riusciti ad individuare i presunti autori, un uomo di mezza età originario della provincia di Salerno e la moglie, poco più che trentenne, extracomunitaria, entrambi residenti in Campania.
I due sono stati quindi denunciati in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia per l’ipotesi di reato di frode informatica e di indebito utilizzo di strumenti di pagamento diversi dal contante.
La truffa scoperta dai militari dell’Arma è stata commessa mediante un mix di tecniche atte a raggirare le vittime, tra cui lo smishing ed il vishing. La tecnica dello smishing è una particolare forma di pishing che utilizza i telefoni cellulari come piattaforma di attacco, inviando un sms al cellulare della vittima e inducendola così a comunicare informazioni personali. Il vishing è un’altra forma di truffa che sfrutta tecniche di persuasione, poste in essere da manipolatori che contattano telefonicamente le vittime, con un approccio apparentemente serio e affidabile, convincendole a rivelare i propri dati personali, approfittando dell’urgente necessità di tali informazioni.
“Poiché queste truffe sono diventate sempre più diffuse – ricordano i militari dell’Arma – è opportuno ricordare che le banche, le agenzie di credito e altri servizi affidabili non trasmettono messaggi che inducono gli utenti a inserire dati anagrafici, password e coordinate bancarie tramite un link”.