Una lettera di diffida al Comune di Foligno per il mancato rispetto della sentenza pronunciata dal Tar dell’Umbria. È quella inviata dai residenti di via Fiume Albegna attraverso l’avvocato Giuseppe Caforio, a quattro mesi dal pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale per l’annullamento dell’ordinanza con cui l’amministrazione comunale folignate aveva istituito il senso unico di marcia in via Fiume Albegna e in un tratto di via Campagnola, con limite di velocità di 30 chilometri orari, insieme al divieto di circolazione per alcune categorie di veicoli. Modiche alla viabilità che il Comune aveva apostrofato come necessarie per realizzare la bretella di via Fiume Albegna, scontrandosi di fatto con i residenti della zona che lamentavano un incremento del traffico con conseguente aumento dell’inquinamento atmosferico e acustico, oltre a rischi per i pedoni. “Malgrado siano trascorsi quattro mesi, la sentenza non è stata rispettata”: così l’avvocato Giuseppe Caforio che lo scorso 8 febbraio ha quindi inviato una lettera di diffida all’Ente di palazzo Orfini Podestà ad adempiere quanto stabilito dal Tar, ma non solo. Chiesto anche un risarcimento. “Quantifichiamo i danni patiti da quando è uscita la sentenza in 50mila euro – ha sottolineato il legale -, cifra che è destinata a crescere giorno dopo giorno. Riteniamo che non ci siano giustificazioni – ha quindi proseguito l’avvocato Caforio – perché le sentenze si rispettano”. Quindici i giorni di tempo previsti dalla legge per dar seguito all’adempimento. “Se così non fosse – ha concluso Giuseppe Caforio – procederemo con un’azione civile e penale”.
ZUCCARINI: “VIABILITÀ MIGLIORATA” – “Su via Fiume Albegna stiamo riconsiderando tutta la viabilità come già abbiamo detto e prenderemo le nostre decisioni. Il sistema funziona ed è stato giudicato da tutti positivamente, visto che ha decongestionato l’area e migliorato la viabilità: tutta la città l’apprezza. Proseguiremo quindi su questa strada. Non entro nel merito della diffida, su questo fronte risponderà l’ufficio legale”.
Ha collaborato Matteo Castellano