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Crisi del commercio, Zuccarini al Pd: “Non accettiamo lezioni da chi è causa dei mali”

Il sindaco di Foligno replica al Partito democratico che, nelle scorse ore, aveva apostrofato l’attuale situazione del centro storico come il “risultato di scelte politiche inadeguate”. Per il primo cittadino “il paziente sarà pure da ‘rivitalizzare’ ma è arrivato moribondo”

Pubblicato il 1 Novembre 2025 11:01 - Modificato il 2 Novembre 2025 13:58

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Continua a tenere banco a Foligno il dibattito sul rilancio del commercio in centro storico sollevato negli scorsi giorni dall’associazione dei commercianti presieduta da Aldo Amoni. Un dibattito che dopo aver interessato in una fase iniziale l’amministrazione comunale e Confcommercio, ha finito ben presto con il chiamare in causa la politica, quella fatta dall’opposizione. Con una nota a firma dell’Unione comunale, il Pd del segretario Simone Bellucci, neanche 24 ore fa, è intervenuto nel dibattito apostrofando la crisi del commercio folignate come il “risultato di scelte politiche inadeguate”.

Commento che non è andato per niente giù al sindaco Zuccarini. La replica, infatti, è arrivata a strettissimo giro. “Il paziente sarà pure da ‘rivitalizzare’ ma è arrivato moribondo” ha commentato il primo cittadino folignate, puntando il dito contro chi ha governato prima di lui. “Si tratta del solito giochetto politico, a dirla tutta nemmeno intelligente e tanto meno originale – ha detto -: cercare di addossare colpe e responsabilità di chi ha sempre governato Foligno, su chi amministra da meno di sei anni, al netto di tre anni passati a gestire con tutte le forze un’emergenza mondiale come quella della pandemia”.

Per Zuccarini, quello che gli è stato consegnato dal centrosinistra all’inizio del suo primo mandato nel 2009, era un centro “fatto letteralmente assediare da ogni tipo di centro commerciale di ogni dimensione”. “Persino quelle che erano nate come aree industriali e artigianali – ha proseguito – sono state trasformate in zone commerciali, causando di fatto un’emorragia di attività fuori le mura, di cui oggi paghiamo irrimediabilmente le conseguenze. Erano i tempi in cui qualcuno da sinistra, chiamava i commercianti dispregiativamente ‘bottegai’ ed oggi c’è chi vorrebbe ergersi a paladino di vittime di cui è stato colpevole”.

“Foligno era come una bellissima casa lasciata al buio, senza bagni, senz’acqua, senza sorveglianza, e assegnata, con scellerati piani di edilizia popolare a una moltitudine di extracomunitari che ne ha stravolto l’essenza stessa” ha quindi sottolineato, per poi sbiecare come “gli operatori della movida erano arrivati sul punto di ingaggiare vigilantes privati per quanto la situazione era sfuggita di mano, danneggiando l’immagine e l’economia stessa del centro”.

Per il primo cittadino, dunque, 73 anni di governo di centrosinistra avrebbero “infilato il centro di Foligno in un vicolo cieco, dal quale stiamo uscendo grazie a sei anni di lavoro infaticabile”. Dal sindaco, infine, la disponibilità a collaborare con gli operatori commerciali, “ma non certo – ha concluso – ad accettare lezioni da chi è già stato bocciato dalla storia e da chi è la causa stessa dei mali”.

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