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Malore in casa, giovane infermiere le salva la vita

Pubblicato il 19 Aprile 2023 10:08 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:02

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È stata colta da un malore mentre era a casa e un giovane infermiere le ha salvato la vita. È accaduto in una domenica all’inizio dello scorso mese di dicembre quando la donna, una 40enne che abita in un comune del Folignate, dopo pranzo ha accusato un forte dolore al petto e al braccio sinistro. Immediatamente il marito ha allertato i soccorsi. A raggiungere l’abitazione è stato il personale del 118. Sull’ambulanza c’era il giovane Filippo Vissani, a cui la paziente ha voluto dire grazie, inviando una lettera al direttore generale dell’Usl Umbria 2, Massimo De Fino, per raccontare la sua drammatica esperienza e l’intervento salvavita eseguito in modo efficace e tempestivo dall’infermiere in servizio al 118.

“All’arrivo dei soccorsi – spiega la 40enne – Filippo si è immediatamente reso conto della gravità della situazione”. Prima la perdita di coscienza, poi l’arresto cardiaco. Allertato il medico di turno, l’infermiere le ha quindi praticato un massaggio cardiaco per una trentina di minuti, alternandolo con 4 DC Shock e una iniezione di adrenalina. “Nonostante la giovane età – prosegue la donna – ha avuto la razionalità di eseguire ogni manovra necessaria, nel momento giusto e nel modo più corretto. Non ha mai smesso di credere che potessi farcela – sottolinea – ha esaurito ogni forza, ma è riuscito letteralmente a riportarmi in vita”. Come dichiarato dalla stessa paziente la corretta esecuzione delle manovre di soccorso ha fatto in modo che non si verificassero danni cerebrali.

Portata in ospedale, le è stata diagnosticata una dissezione coronarica, “una patologia – commenta – poco frequente che colpisce prevalentemente le donne e che, nel mio caso – ha detto -, ha avuto esiti piuttosto severi, provocando l’arresto cardiaco”. Dopo sette giorni in terapia intensiva, la donna è stata trasferita nel reparto di cardiologia. E dopo 18 giorni di ricovero, è stata dimessa. Nel periodo trascorso in ospedale, la 40enne ha spiegato di aver incontrato “professionisti preparati, cordiali e disponibili”. “Conservo un buon ricordo di ognuno di loro – aggiunge -. Ho affrontato un duro percorso, ma non mi sono mai sentita sola, malgrado la lontananza dei miei familiari”.

Una testimonianza che, nelle intenzioni della donna, vuole accendere i riflettori sulla buona sanità. “È facile avere risonanza con episodi tragici o sfruttando errori umani – commenta -, mentre si parla molto meno di gente come Filippo che svolge in maniera eccellente il proprio lavoro. Sono viva – conclude – grazie ad una persona che non si è arresa, non si è arresa all’evidenza, non si è arresa ad un destino che pareva segnato. Non si è limitato a svolgere bene il suo lavoro, ma ha fatto molto di più. Ha speso ogni energia per salvare la mia vita”.

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