La Procura della Repubblica di Spoleto ha aperto un fascicolo per omicidio colposo dopo la morte di Luciano Sotir, operaio 40enne precipitato da un edificio in ristrutturazione nel quale stava lavorando. Sotto indagine il titolare della ditta di cui l’uomo era dipendente. L’incidente è avvenuto lo scorso martedì. Il 40enne, di origini romene, era al lavoro sul solaio di un balcone quando la struttura sulla quale si trovava avrebbe ceduto, facendolo precipitare nel vuoto da un’altezza di tre metri. Fatale l’impatto: Sotir, infatti, avrebbe perso la vita sul colpo. A nulla sono valsi, infatti, i soccorsi del personale del 118. Quando i sanitari sono arrivati sul luogo dell’incidente l’operaio era morto. A raggiungere il luogo dell’incidente anche i carabinieri della stazione di Montefalco e il Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Usl. Nella stessa serata di martedì è scattato il sequestro del cantiere, mentre si attende che venga effettuata l’autopsia sul corpo del 40enne, che lascia una moglie e due figli.
E sulla vicenda, nella giornata di mercoledì, sono intervenuti anche i sindacati. “La strage sul lavoro continua e in Umbria il 2023 assume sempre più i contorni di anno orribile per la sicurezza” hanno detto in una nota Cgil, Cisl e Uil – insieme alle rispettive categorie dei lavoratori dell’edilizia e delle costruzioni, Fillea, Filca e Feneal – sottolineando come si sia trattato del “terzo incidente per caduta dall’alto in appena due settimane, una statistica – dichiarano – spaventosa e intollerabile”. “Bisogna riaffermare con forza che infortuni e morti sul lavoro non sono ineluttabili, né una triste conseguenza del destino – sottolineano i sindacati – ma avvengono per mancanza di prevenzione, formazione e vigilanza, conseguenza diretta di scelte politiche che hanno comportato tagli su tagli nel corso degli anni. Occorre al contrario investire con decisione in salute e sicurezza – insistono Cgil, Cisl e Uil – I ritardi nella definizione di interventi e azioni necessari a mettere fine a questa strage non sono più accettabili”. Per le sigle sindacali, dunque, va “ripreso immediatamente e portato a concretezza il percorso avviato dopo la tragedia di Gubbio di 2 anni fa (l’esplosione alla Green Genetics) con la prefettura di Perugia, la Regione, le Dtl, l’Inail, le Camere di commercio, le associazioni datoriali e l’Anci Umbria per definire un piano strutturato”. Un piano che per i sindacati deve prevedere, in primis, una “formazione dedicata sia ai lavoratori che alle imprese, valorizzando anche gli strumenti della bilateralità; il potenziamento degli organici dei servizi di vigilanza, in particolare quelli che svolgono la propria attività lavorativa in settori in cui il rischio è alto; un coordinamento delle attività di controllo preventivo con un interscambio informativo tra i diversi enti e istituzioni coinvolte; un programma di qualificazione delle imprese con l’introduzione della patente a punti e incentivi per chi si impegna a migliorare i sistemi di sicurezza; il superamento degli appalti al massimo ribasso; e, infine, un netto miglioramento della qualità del lavoro contrastando la precarietà”.