A distanza di poche ore dalla presa di posizione di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl sulle urgenze di nuovo personale in forza al “San Giovanni Battista” di Foligno, c’è chi quell’accorato appello rivolto ai vertici dell’Usl Umbria 2 l’ha raccolto e rilanciato. È la consigliera comunale in quota Pd, Rita Barbetti, che negli scorsi mesi ha sempre tenuto alta l’attenzione sul tema sanità in tutte le sue sfaccettature – dalla questione della Casa di comunità alla situazione in cui versa l’ospedale cittadino – e che apostrofa come “paradossale” quello che ribadisce essere uno “stato di inerzia a scapito dei lavoratori e dei pazienti”.
Ma l’esponente “dem” punta il dito anche contro i “paladini della sanità” dell’ultima ora. “Ora che si avvicinano le elezioni amministrative locali molti sono i convegni e le tavole rotonde che si improvvisano” commenta a questo proposito, aggiungendo: “Ma come non ricordare quante volte in Consiglio comunale, di fronte alle denunce dei tanti, troppi disservizi che ci venivano segnalati e che riferivamo, ci si diceva spudoratamente che mentivamo e strumentalizzavamo”.
Barbetti torna, quindi, sui numeri, ricordano la mancanza “da infinito tempo” di 12 primari, ma anche sull’assenza “di una programmazione a lungo termine, il depotenziamento del laboratorio di analisi, la non vaccinazione degli specializzandi che operavano in corsia, lo spostamento in altra sede del servizio screening di II livello per la prevenzione del tumore alla cervice uterina, ma soprattutto la mancanza di personale sanitario”.
E proprio a proposito di chi lavora tutti i giorni in corsia si parla di sanitari “allo stremo”, costretti anche a doppi turni con tutto ciò che ne potrebbe conseguire, sia per il lavoratore che per il paziente, nell’eventualità di un errore commesso per stanchezza. Per Rita Barbetti c’è, in tutto questo, “un disegno chiaro e pericoloso: la privatizzazione”. A questa logica, per la consigliera folignate, risponderebbero tutta una serie di dinamiche: dalla “bocciatura da parte della maggioranza di un ordine del giorno sulla sanità a firma Pd” alla “continua apertura di centri di diagnosi e cura privati” e fino ad arrivare a commissionare “ai privati il 70% delle prestazioni per ridurre le liste d’attesa”.
Tra le domande poste perché “non si ripensa la formula dell’intramoenia” e perché “non si stabilizzano contratti e si fanno nuove assunzioni”. “Denunciamo con forza l’indebolimento progressivo dei servizi territoriali, a misura di persona – dichiara Barbetti – capaci di fare informazione e prevenzione e, soprattutto, di evitare ingressi impropri al pronto soccorso che possono paralizzare i servizi sanitari interni”. La consigliera folignate chiede, dunque, risposte concrete “ai disservizi e alle gravi problematicità denunciate dai sindacati” e che la maggioranza cittadina “che ha taciuto o negato per troppo tempo, deve esigere dalla Regione e dalla Usl2 che il nostro ospedale torni a funzionare insieme ai servizi territoriali, dotandoli di un numero di operatori congruo”.
Un appello, dunque, a raccogliere “l’estremo grido d’allarme” del personale sanitario e a mettere in atto “azioni anche straordinarie, quando la situazione non è ordinaria”.