Regione Umbria al lavoro per reperire i 16milioni e 700mila euro necessari perché vada in porto il piano di riduzione del rischio idraulico del Topino, per il quale è stato stimato un costo complessivo di 48 milioni e 500mila euro. È quanto fa sapere l’Ente di palazzo Donini, spiegando come la Giunta Tesei, su proposta dell’assessore Enrico Melsacche, abbia approvato nella giornata di mercoledì 12 luglio l’atto con cui si dà conto degli interventi necessari per ridurre il rischio idraulico del Topino ed al contempo mettere in sicurezza la città di Foligno.
Approvazione che tiene conto anche dei pareri espressi dal Consorzio di Bonificazione Umbra, del Dipartimento nazionale di Protezione civile e della Fondazione Cima. Pareri che, secondo quanto viene spiegato nella nota, “concordano sul fatto che non si possa suddividere il progetto del primo stralcio – secondo lotto in stralci funzionali, diventando urgente prevedere, anche in uno scaglionamento pluriennale, la necessaria integrazione del finanziamento di 16 milioni e 700mila euro, volti a consentire l’approvazione del progetto complessivo e l’avvio delle procedure di appalto dei lavori per i complessivi 48 milioni e 500mila euro, indispensabili a completare l’intervento”.
Una vicenda che affonda le proprie origini nel passato. È a luglio 2000, così come sottolineato dalla Regione, che risale infatti la progettazione da parte del Consorzio di Bonificazione Umbra e che prevede – si legge – “lavori di mitigazione del rischio idraulico volti alla difesa della città di Foligno fino ad eventi di piena eccezionale aventi tempo di ritorno almeno pari a 50 anni, rimandando la messa in sicurezza definitiva ad una fase successiva al reperimento delle risorse necessarie”.
Progettazione che, però – viene sottolineato -, aveva dovuto fare i conti con “le problematiche relative alla scelta delle soluzioni progettuali e con i costi derivanti dagli indennizzi, che hanno dilatato i tempi e portato ad un aumento significativo dei costi rispetto al finanziamento che originariamente aveva un costo di 31 milioni e 800mila euro”. Motivo che ha reso “opportuno ricorrere ad un expertise esterno per valutare qualità e coerenza del progetto rispetto agli obiettivi indicati, visto l’aumento significativo dei costi rispetto al finanziamento assentito, parere redatto tramite il Dipartimento nazionale di Protezione Civile e la Fondazione Cima, in cui è stata rilevata la correttezza dei calcoli alla base del progetto per tempi di ritorno cinquantennali”.
La questione sarebbe stata anche oggetto di un colloquio tra il ministro Musumeci, la presidente Tesei e l’assessore Melasecche. E proprio nell’ambito dell’attuale accordo di programma con il Ministero, la Regione ha deciso di attivarsi per il reperimento urgente dei 16 milioni e 700mila euro mancanti e necessari, come detto, all’approvazione del progetto complessivo.