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Foligno, marito violento incastrato dalla videochiamata

Pubblicato il 3 Febbraio 2024 12:17

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L’uomo già nelle scorse settimane si era reso responsabile di episodi simili a quello avvenuto nella serata di venerdì in via Chiavellati. Ad intervenire un agente della polizia locale fuori servizio, poi l’arrivo dei poliziotti di via Garibaldi

Ad incastrarlo è stata una videochiamata. È stato, infatti, grazie al recupero della registrazione che un 30enne è finito in manette con l’accusa di maltrattamenti in famiglia ai danni della moglie. 

L’arresto è scattato in virtù dell’articolo 382 bis del Codice di procedura penale, che disciplina la cosiddetta flagranza differita. Si tratta, di fatto, di un recente istituto giuridico, introdotto con la legge numero 168 del 23 novembre scorso, che amplia gli strumenti di contrasto alla violenza di genere perché prevede la possibilità di considerare in stato di flagranza anche chi risulti inequivocabilmente autore del reato sulla base di documentazione videofotografica o comunque ottenuta attraverso dispositivi di comunicazione informatica o telematica. 

Il provvedimento, a carico del 30enne, si configura come uno dei primi adottati sul territorio regionale. A portare a termine l’operazione sono stati gli agenti del Commissariato di Foligno, guidato dal vice questore aggiunto Adriano Felici, al termine di un complesso intervento, basato su una serie di accertamenti investigativi coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Spoleto e raccogliendo anche delle testimonianze. 

I fatti risalgono allo scorso mercoledì pomeriggio, quando la volante di via Garibaldi è intervenuta in soccorso di una donna che si era rivolta alle forze dell’ordine per chiedere aiuto. 

Secondo la ricostruzione fatta dalla vittima, mentre era in videochiamata con altre persone era scattata la lite con il marito che, improvvisamente, aveva iniziato ad inveirle contro, strappandole di mano il telefono. Terrorizzata all’idea di poter subire violenza da parte del 30enne, la donna si era quindi rifugiata in strada. Ed è lì che gli agenti l’hanno trovata. Dopo essersi assicurati che la donna stesse bene, i poliziotti sono entrati nell’abitazione familiare dove si trovava il marito, tra l’altro già noto alle forze dell’ordine per reati in materia di sostanze stupefacenti. 

La vittima è stata, quindi, accompagnata in commissariato e lì ha sporto denuncia nei confronti del marito, ma non solo. Ai poliziotti, infatti, la donna ha raccontato come le violenze andassero avanti ormai da un anno. Minacce, insulti e aggressioni fisiche perpetrate da parte dell’uomo, che spesso agiva sotto l’effetto di alcol. Maltrattamenti che si erano intensificati negli ultimi quattro mesi. Secondo quanto raccontato dalla vittima, infatti, il 30enne era arrivato a minacciarla di morte, anche con un coltello, e a picchiarla anche davanti al figlio, un bimbo di pochi anni, con l’obiettivo di farsi consegnare del denaro. 

In nessuno degli episodi ricostruiti, però, la donna era ricorsa alle cure dei sanitari o aveva sporto denuncia, per paura di subire aggressioni ancora più violente. Solo lo scorso mercoledì ha trovato la forza di dire basta. Decisiva, dunque, la possibilità per i poliziotti di recuperare la documentazione della videochiamata. Grazie alla quale, come detto, è scattato l’arresto in flagranza differita, successivamente convalidato. Per il 30enne sono quindi scattati i domiciliari che sconterà in un comune diverso da quello folignate. 

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