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Piccoli donatori di sangue crescono tra le fila dell’associazione Al Islamyia

Passaggio di testimone tra gli adulti e i giovani della comunità islamica presente a Foligno, da anni attiva al fianco dell’Avis comunale. Sabato mattina la “Partita del cuore” organizzata da ragazzi e ragazze dell’associazione per trasmettere la cultura della donazione

Pubblicato il 2 Giugno 2024 09:27 - Modificato il 3 Giugno 2024 11:37

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Si sono ritrovati, divise indosso, ai campetti di viale Marconi per quella che hanno definito la loro “Partita del cuore”. E di cuore ce ne era veramente tanto, perché quello che si è tenuto nella mattinata di sabato primo giugno a Foligno non è stato solo un torneo di pallone tra “pulcini”, “cadetti” e “junior”, ma è stato molto di più. È stato un vero e proprio passaggio di testimone dalle generazioni adulte a quelle più giovani dell’associazione Al Islamiya della cultura della donazione. Quella di sangue, che da anni ormai li vede protagonisti al fianco della sezione cittadina dell’Avis, guidata dal presidente Emanuele Frasconi. Nel tempo, infatti, è cresciuto il numero di donatori tra le fila della comunità islamica presente in città e l’obiettivo è quello di contribuire in maniera sempre più importante e determinante all’approvvigionamento di sacche di sangue intero e di plasma a favore del Servizio immunotrasfusionale del “San Giovanni Battista”, diretto dalla dottoressa Marta Micheli.

La “Partita del cuore” dei giovani di Al Islamyia

A farsi portavoce di questo grande messaggio d’amore e di attenzione all’altro è stato, in questa occasione, proprio il gruppo giovani dell’associazione Al Islamiya che, con l’appuntamento di sabato mattina, non solo ne ha raccolto l’eredità ma si è preso l’impegno di essere un esempio per chi verrà dopo, coinvolgendo in quella che è stata una grande giornata di festa all’insegna della solidarietà anche i più piccoli, bambini e bambine. Più di 50, ad oggi, i ragazzi e le ragazze, nati e cresciuti in Italia, che ne fanno parte. Tra loro c’è anche Soufian Dallahy, che spiega: “Quest’evento, che abbiamo organizzato come gruppo giovani, rientra nel progetto di collaborazione avviato da Al Islamiya con l’Avis, e la finalità è quella di sensibilizzare alla donazione ed incrementare il numero di donatori all’interno della nostra comunità”. “Durante il venerdì, il sabato e la domenica – aggiunge Zakaria Baslam, altro giovane molto attivo all’interno dell’associazione – i nostri fratelli e le nostre sorelle promuovono la donazione ed è una cosa importantissima perché ha generato almeno un donatore in ogni famiglia. Il nostro obiettivo è trasmettere alle generazioni future il valore della donazione che è un valore religioso e morale molto importante”.

La “Partita del cuore” dei giovani di Al Islamyia

“Padre” di questo “movimento” è Hicham Ouahib. É lui, infatti, che ha dato il via a questo felice sodalizio tra la comunità islamica e l’Avis folignate, iniziando prima come donatore e poi coinvolgendo un numero sempre crescente di membri di Al Islamiya, grazie anche alla sintonia immediata con l’ex presidente Avis, Gino Morbidoni, e con il suo successore Emanuele Frasconi. “Questa iniziativa – ha dichiarato Hicham Ouahib – è il consolidamento di un progetto che stiamo portando avanti da tempo: la presa di coscienza dei giovani dell’importanza della donazione. Dietro c’è un lavoro enorme che facciamo dentro il nostro centro culturale e quando un bambino cresce vedendo la famiglia che dona, diventa automaticamente un donatore”. Oggi tra le fila di Al Islamiya si contano ben 200 donatori, “ma – conclude Hicham Ouahib – contiamo di arrivare a cifre enormi perché abbiamo questo potenziale”.

La “Partita del cuore” dei giovani di Al Islamyia

“Iniziative come queste – ha commentato la dottoressa Marta Micheli del Sit – danno il senso soprattutto della continuità del messaggio della donazione, che è fondamentale. Un messaggio che sembra le nuove generazioni non recepiscano, invece all’interno di questa comunità è diventato importante e vedere dei ragazzini che giocano pensando alla donazione del sangue è un messaggio bellissimo. Il nostro – ha quindi proseguito – è uno dei centri della rete regionale che lavora con maggiore attività, ma il sangue non basta mai. In questo periodo abbiamo avuto un buon riscontro di donatori di sangue intero, ma il nostro obiettivo è quello di crescere anche nella plasmaferesi, perché non siamo ancora autosufficienti pur essendo sulla strada giusta”. L’“ottimo” per la responsabile del Sit sarebbe 1.500 plasmaferesi all’anno: il 2023 si è chiuso a quota mille e l’auspicio è di arrivare a fine 2024 a 1.200 plasmaferesi.

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