Sanità, ambiente e lavoro. Sono i principali temi che il gruppo consiliare del Partito democratico intende affrontare dai banchi dell’opposizione durante lo Zuccarini bis, che prenderà ufficialmente il via con la prima seduta della massima assise cittadina in calendario per la mattinata di venerdì 12 luglio (convocazione alle 10). E proprio a pochi giorni dall’inizio di questo nuovo quinquennio, di fatto il secondo tra le fila della minoranza, i “dem” che siederanno in consiglio hanno fatto il punto sul percorso che li ha portati fino a qui e sul loro impegno per il futuro.
Nell’incontro che si è tenuto nella mattinata di mercoledì 10 luglio Maura Franquillo, Rita Barbetti, Mario Bravi e Giorgio Gammarota sono partiti analizzando il risultato delle ultime amministrative, che la segretaria del Pd ha apostrofato come “molto positivo”, frutto del cammino intrapreso nel corso dell’ultimo anno e mezzo, durante il quale si sono ritrovati al tavolo con un’ampia coalizione con l’obiettivo di tornare al governo della città e nel corso del quale, come spiegato da Franquillo, sono state richieste a tutte le forze in campo delle rinunce. “Alle Europee il Pd ha ottenuto il 25%, segno della sua presenza nella società civile” ha detto, per poi sottolineare il risultato del 17,4% portato a casa nelle Amministrative di Foligno. “Rispetto al 2019 abbiamo avuto un calo del 2%, fisiologico se si considera la coalizione più ampia” ha quindi dichiarato, dicendosi comunque soddisfatta del percorso fatto e del risultato ottenuto. “Abbiamo sfiorato il 50% con uno scarto di soli 27 voti – ha proseguito – che rende doveroso fare eventuali approfondimenti che stiamo valutando insieme a dei tecnici”.
“Il leit motiv ‘Uniamo Foligno’ – le ha fatto eco Gammarota – non ha riguardato solo la città ma anche la coalizione: è stata un’esperienza grande e positiva che ha fatto sì che la grande differenza con il 2019 venisse recuperata quasi del tutto. È vero che abbiamo perso, ma abbiamo avuto comunque un grande successo”. “Abbiamo perso bene, mentre la destra ha vinto male” ha quindi detto Maura Franquillo, sottolineando come il risultato delle elezioni abbia dato un “indirizzo chiaro”. “Un segno di negatività la città lo ha dato – ha spiegato Maura Franquillo – altrimenti la destra avrebbe vinto al primo turno. Altro segno di debolezza riguarda le deleghe assegnate agli assessori: squadra che vince non si cambia – ha commentato la segretaria ‘dem’ – e invece sono state stravolte proprio per dare una spinta in più agli amministratori di questa giunta”.
Al netto di commenti e giudizi, comunque, l’attenzione è tutta per quello che il Pd farà in consiglio. “Lavoreremo a stretto contatto con la coalizione – ha dichiarato sempre Franquillo – pur mantenendo la nostra autonomia”. Tra le questioni più rilevanti, come detto, la sanità pubblica, sulla quale è intervenuta anche Rita Barbetti che promette ancora battaglia su molti fronti, a cominciare dalla Casa di comunità. Poi, l’ambiente, rispetto ad una città che Maura Franquillo ha ribadito essere “sporca con tasse aumentate e servizi ridotti”. E ancora il lavoro, a partire dal salario minimo comunale. Su questo fronte ad intervenire è stato anche Mario Bravi in forza della sua lunga esperienza tra le fila della Cgil. “A Foligno i salari medi sono del 13% più bassi rispetto alla media nazionale – ha detto – e il 26% dei cittadini nel 2023 ha dichiarato meno di 10mila euro lordi l’anno contro i 24mila della media italiana”.
A queste tematiche si aggiungeranno, poi, tutte quelle questioni riguardanti la città che emergeranno via via nel tempo. “Osserveremo il lavoro che questa amministrazione porterà avanti – ha quindi anticipato Maura Franquillo – e saremo campanello di stimolo”. In prima linea, quindi, un gruppo che la segretaria “dem” ha definito “nuovo ma di esperienza”. Nuovo perché vede l’ingresso di Mario Bravi e Giorgio Gammarota al loro primo incarico istituzionale, rispetto a Franquillo e Barbetti già rodate, ma comunque di esperienza perché ciascuno dei quattro componenti ha maturato nel tempo competenze in vari ambiti, da quello politico-istituzionale a quello sindacale e fino ad arrivare a quello dell’associazionismo, come nel caso di Giorgio Gammarota.