Sono ancora in corso le operazioni di spegnimento dell’imponente incendio che ha interessato le località di Poreta e Silvignano, tra i comuni di Campello sul Clitunno e Spoleto. Le fiamme che si sono sviluppate nel primo pomeriggio di giovedì 18 luglio, infatti, non sono state ancora domate. In campo i vigili del fuoco e il personale dell’agenzia forestale, che stanno lavorando per arginare il rogo. Attualmente impiegati anche i mezzi aerei della flotta dello Stato: si tratta, in particolare, di tre canadair e di un elicottero S64. Ingenti le conseguenze determinate dal fuoco. Secondo una prima e provvisoria stima, infatti, sarebbe stata divorata dalle fiamme una superficie boschiva di oltre 120 ettari, con danni alla fauna selvatica e all’agricoltura.
E proprio per ricostruire l’esatta dinamica che ha portato al vasto incendio sono attualmente in corso le indagini del Nucleo carabinieri forestale di Spoleto. L’ipotesi è che a far divampare le fiamme sia stata una mietitrebbia: è dal mezzo agricolo, dunque, che potrebbero essere partite le scintille che avrebbero innescato l’incendio che avrebbe inizialmente interessato dei campi incolti e degli oliveti per poi raggiungere il bosco. La mietitrebbia è stata, dunque, posta sotto sequestro. Parallelamente i carabinieri forestali hanno proceduto al deferimento di due persone, le stesse che proprio nel pomeriggio di giovedì stavano effettuando i lavori di trebbiatura in un campo di farro. Quando l’incendio sarà completamente spento, seguiranno indagini più approfondite sulle cause e la perimetrazione dell’area, da cui – fanno sapere dall’Arma – si avranno maggiori dettagli della superficie a fuoco.

Intanto dai vigili del fuoco raccomandano massima prudenza a tutti coloro che si trovano in quella zona, evitando di avvicinarsi alle aree interessate dal rogo. Ulteriori raccomandazioni arrivano anche dall’Arma dei carabinieri, che chiede di prestare particolare attenzione per evitare principi di incendio. Tra le cause frequenti di incendio rientra, in particolare, la bruciatura dei residui vegetali messa in atto nei periodi di divieto e in presenza di condizioni particolarmente favorevoli allo sviluppo, come la siccità e la presenza di vento. L’attenzione deve essere massima anche perché, sottolineano dall’Arma, il reato di incendio boschivo colposo prevede la pena della reclusione da 1 a 5 anni che verrà aumentata dall’autorità giudiziaria in caso di danni gravi e persistenti all’ambiente e nel caso l’incendio si sviluppi in aree protette. Ai responsabili degli incendi verranno inoltre contestati i costi dello spegnimento dell’incendio cagionato sia con i mezzi a terra dei vigili del fuoco e delle squadre dell’agenzia forestale regionale e sia dei mezzi aerei della protezione civile.
