È la dottoressa Letizia Damiani la nuova direttrice dell’ospedale “San Matteo degli Infermi” di Spoleto. Il medico, che tra le varie e importanti esperienze professionali ha fatto parte della direzione ospedaliera del “San Giovanni Battista” di Foligno, subentra al dimissionario Sergio Guido. Quest’ultimo, nominato il 29 marzo scorso, si era dimesso il 6 maggio. Così, attraverso una delibera pubblicata dalla Usl Umbria 2, l’azienda sanitaria ha nominato la dottoressa Damiani alla guida del nosocomio spoletino. Una struttura interessata, insieme a quella di Foligno, dall’integrazione per la formazione del cosiddetto Terzo polo ospedaliero, al centro negli ultimi anni di un forte dibattito, soprattutto politico. Dibattito tuttora in corso in particolare modo a Spoleto, dove il sindaco Andrea Sisti, nel corso di un primo contatto telefonico con la dottoressa Damani per augurarle buon lavoro, ha concordato con la dirigente di incontrarsi entro la fine del mese di agosto. “La dottoressa Damiani – dice il sindaco – è stata catapultata in una realtà nuova che vive una condizione ancora oggi molto complicata. Questo continuo cambio di direttori nel nostro ospedale è un elemento di criticità che sta impedendo di fatto una programmazione efficace – prosegue il sindaco -. Abbiamo problemi irrisolti, penso al reparto di cardiologia e di pediatria h24 con l’Unità di Osservazione breve intensiva pediatrica, che sono assolutamente necessari e prioritari per la nostra comunità”
“La Regione continua a muoversi senza avere la capacità di definire prospettive precise per il ‘San Matteo degli Infermi’ – afferma il sindaco Andrea Sisti – manifestando anzi una volontà allarmante che genera un arretramento costante della sanità pubblica, mentre i cittadini chiedono cure mediche tempestive e servizi efficienti senza vedersi costretti a ricorrere costantemente al privato, con aggravi di costi a carico delle famiglie mai registrati prima. Spoleto è l’unico ospedale DEA dell’area del cratere e questo permetterebbe alla Regione Umbria di indire bandi per l’assunzione di giovani medici sulla scorta di quanto fatto dalla Regione Toscana per gli ospedali di aree periferiche, prevedendo meccanismi di premialità con clausole esclusive in aggiunta alle condizioni contrattuali standard. Le soluzioni per superare gli attuali problemi quindi ci sono. Purtroppo manca la volontà e la visione”.