“Un quadro non omogeneo”. È quello che si presenta sul fronte viticolo umbro descritto da Confagricoltura, che fa il punto della situazione a ridosso di quella che sarà la vendemmia 2024. In alcune zone della regione, le piogge infettanti di inizio e fine maggio, unite all’impossibilità di intervenire tempestivamente, hanno determinato malattie elevate e di difficili contenimento. Una difficoltà che non riguarda però tutte le aziende. “Chi ha effettuato correttamente interventi di difesa nei momenti in cui la pressione delle malattie fungine è stata elevata – commentano da Confagricoltura – la situazione fitosanitaria è buona”. Aziende che, per l’associazione di categoria degli agricoltori, “sono in procinto di raccogliere un ottimo prodotto grazie all’adozione di servizi tecnici innovativi come quelli erogati da Cratia, l’agenzia formativa e organismo di consulenza di Confagricoltura Umbria al servizio delle imprese agricole e delle filiere agroindustriali, che assicurano la possibilità di portare in cantina uve sane e di qualità. In linea generale, comunque, in Umbria la qualità delle uve viene definita buona, benché ovviamente in balìa dell’evoluzione climatica, sempre più determinate. In alcune regioni d’Italia la vendemmia è già iniziata, mentre in altre la raccolta partirà la prossima settimana.
“Ciò che accomuna il comparto – dice Confagricoltura Umbria – è la preoccupazione per l’andamento del mercato, con la conferma dei segnali di flessione di inizio anno che non aiutano a smaltire le giacenze, nonostante gli scarsi volumi della vendemmia 2023. Gli operatori definiscono il mercato ‘freddo’, con costi di produzione in aumento che vanno ulteriormente a incidere sul prezzo finale e conseguenti ripercussioni sulle vendite”.