A Foligno si continua a parlare di sanità. E l’attenzione continua ad essere tutta per il “San Giovanni Battista” che, negli scorsi giorni, era finito al centro di un intervento della capogruppo Pd in consiglio comunale Rita Barbetti che, parlando dell’ospedale cittadino, aveva denunciato una situazione di emergenza. Tra le criticità che l’esponente “dem” aveva evidenziato l’alto numero di accessi al pronto soccorso, l’insufficienza di barelle e letti, la sospensione di interventi programmati e un personale sanitario sempre più in affanno.
Dichiarazioni che avevano subito innescato la replica del direttore generale dell’Usl Umbria 2. In una nota, infatti, Piero Carsili aveva sottolineato come il pronto soccorso di via Arcamone sia, oramai da anni, il secondo in Umbria per ingressi e rispedendo al mittente le affermazioni sul carico di lavoro attribuito in toto all’ospedale folignate avanzate da Rita Barbetti, dichiarando come un contributo fattivo nella gestione del lavoro stia arrivando dal vicino “San Matteo degli Infermi” di Spoleto, nell’ambito del progetto del Terzo polo ospedaliero.
Replica che, però, non ha per nulla soddisfatto la consigliera del Partito democratico, che parla della mancanza di una “risposta chiara” a quelle che definisce “semplici domande”. Per Rita Barbetti, infatti, è necessario fare chiarezza su determinati punti. L’esponente “dem” chiede dunque se sia sufficiente il personale addetto e il numero di operatori sociosanitari rispetto a quello dei pazienti e se siano stati nominati i primari mancanti. Se è vero che il pronto soccorso è superaffollato, che mancano le barelle e che ci sono sono ricoveri su barelle nei corridoi, in chirurgia e nel day surgery. E ancora se si sia “fatto abbastanza per prevenire accessi impropri al pronto soccorso potenziando i servizi di medicina territoriale”.
Queste, dunque, le questioni che la consigliera Barbetti è tornata a mettere sul tavolo e rispetto alle quali chiede, come detto, risposte chiare. La palla, ora, torna all’azienda sanitaria diretta da Piero Carsili.