Il consiglio comunale di Foligno si ritrova a votare unito e compatto contro l’impianto eolico “Fondi Collecroce”. Nella seduta di giovedì 26 settembre, infatti, maggioranza ed opposizione hanno votato a favore dell’istanza di richiesta dell’inchiesta pubblica proposta dalla Giunta Zuccarini e da presentare al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, come avvenuto – tra l’altro – già il 30 luglio scorso per un altro impianto, quello denominato “Monte Burano”.
Il progetto “Fondi Collecroce”, lo ricordiamo, prevede l’installazione di 12 aerogeneratori, ciascuno dei quali alto 200 metri tra i territori comunali di Foligno e Nocera. In particolare, 8 le turbine che dovrebbero vedere la luce nella montagna folignate, tra le frazioni di Afrile, Fondi e Cariè, mentre le restanti quattro interesserebbero il territorio nocerino. Coinvolto anche il comune di Serravalle di Chienti per ciò che riguarda le opere di connessione alla rete.
“Un progetto che – ha spiegato l’assessore folignate Decio Barili – è molto simile e anche territorialmente limitrofo per non dire semi sovrapposto al ‘Monte Burano’ e per il quale la Giunta ha ritenuto di procedere sottoponendo al consiglio la richiesta di indizione di inchiesta pubblica”. Istanza che andrà presentata entro 40 giorni dal 9 settembre scorso, giorno in cui di fatto il Mase ha pubblicato l’avviso di procedibilità del procedimento di Valutazione impatto ambientale proposto da Energia Ecosostenibile, ossia la società interessata alla realizzazione dell’impianto eolico. Entro il 9 ottobre prossimo, invece, le amministrazioni coinvolte – compreso, dunque, il Comune di Foligno dovranno rilasciare il proprio parere, mentre altri soggetti pubblici e privati potranno presentare le loro osservazioni.
“Gli uffici comunali sono al lavoro per produrre un parere negativo” ha quindi annunciato l’assessore Barili. “Gli aerogeneratori – ha sottolineato – sono molto vicini a siti di importanza comunitaria, come i piani di Annifo, quelli di Arvello e Ricciano e la palude di Colfiorito. Inoltre, l’intervento si inserisce all’interno di aree di interesse faunistico, come la zona umida della palude di Colfiorito”. Elencate, sinteticamente, anche le motivazioni del no, a cominciare dall’ “impatto sostanziale sulla percezione del paesaggio e sull’ecosistema, con particolare riferimento all’avifauna, andando ad alterare in modo irreversibile l’ambiente naturale e quindi modificandone l’esistenza, lo stanziamento e la migrazione”. E ancora “l’alterazione ambientale del paesaggio” che, ha dichiarato Decio Barili, “avrà effetti negativi sulla popolazione delle frazioni montane limitrofe nonché sull’attrattiva turistica”.
“Il progetto – ha quindi concluso, illustrando la pratica nella seduta della massima assise di giovedì – si sviluppa in un contesto di particolare sensibilità storica, paesaggistica, ambientale ed archeologica e la sua realizzazione potrebbe determinare impatti negativi e significativi gravemente pregiudizievoli sul territorio e sui beni collettivi se non adeguatamente valutati”.