“Una postura attenta ad accogliere i bisogni di chi ci chiede aiuto”: è questo il messagio fondamentale alla base del libro “La Postura Narrativa: i modi di essere della cura”.
Il libro è stato presentato il 19 settembre al teatro Verdi di Pordenone in occasione del Pordenonelegge dal suo autore, Paolo Trenta, l’ex direttore del servizio Formazione, Comunicazione e Relazioni esterne della USL Umbria 2 e socio cofondatore della Società Italiana di Medicina Narrativa, di cui è attuale componente del comitato scientifico.
Un libro che ponendo le proprie basi nella Medicina Narrativa – una pratica clinico-assistenziale che punta sull’ascolto del paziente, portando al centro la relazione tra curante e curato, così da migliorare qualitativamente una medicina che decide di fuoriuscire dalle meccaniche razionalizzate e razionalizzanti dei procedimenti standardizzati che si fondano su un rapporto causa-effetto strettamente legato ad un piano fisico – arriva a proporre il concetto di postura narrativa, inventato proprio da Trenta.
La postura narrativa che, secondo l’autore, non è altro che un “atteggiamento che guarda l’altro come egli è”, così da poter trasformare la pratica clinica e migliorarne il trattamento della malattia. Una postura della cura a tutti gli effetti, che consente di incanalare l’ampio concetto di “cura” in un contesto pratico, concreto e razionale come quello della medicina. Postura che, dunque, diventa narrativa in quanto è attraverso il modo in cui il curato viene guardato e si guarda che si può produrre una narrazione del proprio essere e della propria malattia, come paradigma attraverso cui leggere la condizione di se stessi, e di conseguenza affrontarla.
Paolo Trenta, dopo aver presentato il proprio libro a Pordenone, si prepara a fare lo stesso il prossimo 8 ottobre a Perugia presso la fondazione Chianelli, per poi proseguire il 15 all’Alessandria Festival, il 6 ottobre all’Università Torino sede di Asti, il 4 novembre a Roma nella Libreria Libraccio, il 7 novembre all’Università di Urbino, il 12 novembre all’ospedale Sant’Andrea di Roma e l’8 novembre al Viterbo Festival dell’educazione emotiva.