L’appello era stato lanciato due giorni fa dalle colonne del Corriere della Sera. In un articolo a firma di Gabriele Bojano, Mariagiovanna Ferrante aveva spiegato come da dieci giorni ormai non si avessero notizie dell’amico Elanain Sherif. Egiziano con passaporto italiano e residenza in Umbria, a Terni, il 44enne il 9 novembre scorso era atterrato a Il Cairo con la moglie e la madre, quest’ultima residente a Foligno.
Fermato dalle autorità egiziane dopo lo sbarco, era stato prima trattenuto negli uffici dell’aeroporto, per poi uscirne in manette per essere portato nel carcere di Alessandria d’Egitto, come riportato, questa volta, nell’edizione di giovedì 21 novembre del Corriere dell’Umbria. Da allora, una sola visita da parte della madre Loriana il giorno dopo e poi più nulla. Del 44enne, infatti, non si hanno più notizie, al punto che la madre, preoccupata e in apprensione per le sorti del figlio, si è rivolta all’avvocato folignate, Alessandro Russo, per chiedere supporto legale in quella che si presenta come una faccenda molto delicata ed altrettanto complicata.
Non sono chiari, al momento, i motivi dell’arresto. L’avvocato Russo, sempre al Corriere dell’Umbria, ha parlato di “notizie frammentarie”, spiegando di non essere al corrente del “capo d’imputazione”. Della questione, però, il legale folignate ha informato anche la Farnesina. E sempre la madre – che, come detto, vive a Foligno, anche se attualmente si trova in Egitto – avrebbe incontrato nelle scorse ore il console italiano.
Dal racconto fatto dalla 65enne all’avvocato Russo sul brevissimo incontro di qualche minuto avuto con il figlio il giorno dopo l’arresto, le condizioni carcerarie a cui è stato sottoposto il 44enne sarebbero state fin da subito disumane, costretto a stare sempre in piedi, a potersi stendere su di una branda solo per mezz’ora e a dover pagare per potersi sedere. “L’evoluzione di questa vicenda è imprevedibile – ha quindi concluso l’avvocato Russo – perché non ne conosciamo i tempi e le modalità”.