Una protesta contro le aggressioni subite quotidianamente dal personale ferroviario e front-line. È quella che si è tenuta nella mattinata di martedì 28 gennaio davanti alla stazione di Foligno, in piazza Unità d’Italia. Indetta dai sindacati dei trasporti, si inserisce all’interno del progetto nazionale organizzato da Filt Cgil, Fit Cisl, UilTraspoorti, Ugl Ferrovieri, Fast e Orsa. Progetto che vedrà, fino al 4 febbraio prossimo, tutto il personale ferroviario indossare, come segno di protesta, una spilla personalizzata con il logo “La violenza non prende il treno”.
I sindacati locali, che fino a martedì prossimo garantiranno anche attività di volantinaggio nelle principali stazioni umbre, hanno così voluto far sentire la loro voce e schierarsi dalla parte dei lavoratori delle Ferrovie dello Stato. Per l’occasione martedì mattina sono intervenuti vari rappresentanti delle associazioni di categoria, tra questi il segretario generale Fit Cisl, Fabio Ciancabilla. “Quella che promuoviamo oggi – ha detto – è un’iniziativa a livello nazionale che riguarda le aggressioni subite da tutto il personale front-line del gruppo FS. In Italia si sono contati, solo nel 2024, oltre 800 episodi violenti, un fenomeno dal quale l’Umbria non è esente. Chiediamo prima di tutto – ha, quindi, incalzato – interventi dal punto di vista legislativo, ma anche una riapertura del tavolo al ministero dei Trasporti per quanto riguarda il protocollo sulla sicurezza del personale front-line. Chiediamo, poi, interventi infrastrutturali, e cioè che vengano intesiti, dove possibile, dei tornelli che facciano accedere alla stazione soltanto i viaggiatori provvisti di biglietto. Abbiamo sempre portato avanti la richiesta – ha proseguito – di inserire anche per l’Umbria un nucleo FS security, un importante supporto per il personale front-line durante il lavoro. Chiediamo inoltre, sempre per la nostra regione, l’attivazione di convenzioni specifiche con le forze dell’ordine e con i militari che permettano loro di viaggiare con mezzi di Trenitalia e non solo, offrendo supporto al personale front-line”.
Nel corso della mattinata di confronto a riportate un’importante testimonianza anche il capotreno Stefano Trechiodi, che quotidianamente vive la situazione in prima persona. “Sul treno succede di tutto – ha raccontato –. Subiamo ogni giorno minacce, veniamo presi di mira da tutti e insultati anche per le multe e i normalissimi prezzi del biglietto. Molte delle aggressioni spesso non vengono denunciate per l’iter che altrimenti si dovrebbe affrontare. Quello che chiediamo – ha proseguito – è di applicare un regolamento commerciale. Ogni regione ha la propria normativa e noi dobbiamo conoscerne diverse visto che lavoriamo tra varie regioni: le trasgressioni devono quindi essere regolate e applicate in base alla normativa commerciale della regione di riferimento”.
L’obiettivo delle associazioni di categoria è quello di portare l’attenzione sul fenomeno, chiedendo solidarietà da parte dei cittadini e la considerazione delle istituzioni, come ha precisato la delegata Filt Cgil Umbria, Laura Patarini: “Siamo a chiedere solidarietà a cittadini e viaggiatori contro i troppi episodi di aggressione ai capitreno e al personale di stazione. Ma ancora dì più chiediamo alle istituzioni tutte di migliorare le condizioni di sicurezza dei dipendenti e di viaggio dei clienti, investendo risorse economiche dedicate. Quando le stazioni sono abbandonate – ha proseguito – diventano un luogo di ritrovo per chi è sfrattato dalla società. Occorrono investimenti per istituire controlli a terra e prevenire l’escalation della violenza. C’è bisogno di istituire anche in Umbria i presidi FS security, una delle poche regioni che ne è priva”. Presenti all’incontro anche Sergio Lombardi per Uil Trasporti, Luca Taraddei, segretario di Orsa trasporti, e Yuri Marini per Fast.