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Salario minimo, Pd folignate all’attacco: “La destra lo ha bocciato”

Nella seduta della seconda commissione consiliare la maggioranza avrebbe sollevato una questione di legittimità sull’istituzione della misura da parte dei comuni. “Totale insensibilità di chi amministra la città”

Pubblicato il 12 Marzo 2025 17:06 - Modificato il 12 Marzo 2025 19:25

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“La destra boccia il salario minimo”. Così il gruppo del Pd, che siede tra i banchi della minoranza del consiglio comunale folignate, a margine dell’ultima seduta della seconda commissione che si è tenuta nel pomeriggio di martedì 11 marzo. Seduta che aveva all’ordine del giorno proprio la discussione sul salario minimo, chiesto a più riprese dal Partito democratico. A partire dalla scorsa estate, infatti, i “dem” avevano avviato un percorso di confronto per la sua istituzione, proponendo un minimo di 9 euro lorde l’ora. Proposta che prendeva le parti, come ricordano dallo stesso gruppo consiliare, anche dal gap di 13 punti percentuali riscontrato a Foligno “rispetto ai già bassi livelli salariali riscontrati a livello nazionale” al punto da parlare dell’“esistenza oggettiva di un’emergenza salariale evidente”.

“Dopo il consiglio comunale dedicato al tema e varie riunioni di commissione – denunciano dal Pd – la destra che governa la città, nella ultima seduta della seconda commissione, ha deciso  di buttare la palla in tribuna, tornando alla casella iniziale, come si trattasse di un gioco dell’oca, sollevando in maniera del tutto pretestuosa e senza nessuna base oggettiva la questione della legittimità”. Un’illegittimità che per il gruppo consiliare di minoranza, capeggiato da Rita Barbetti, sarebbe “smentita oggettivamente dai tanti comuni italiani, che hanno già deliberato sulla istituzione del salario minimo”. Tra quelli citati nella nota Firenze, Napoli, Milano e Perugia per guardare alle città più grandi ma anche Bevagna e Montefalco per guardare a pochi chilometri da Foligno. “Nella ‘ringhiera dell’Umbria’, tra l’altro – sottolineano dal Partito democratico -, con un voto unanime che ha visto il consenso anche del centrodestra”.

I “dem”, dunque, apostrofano la questione dell’illegittimità che sarebbe stata sollevata dalla maggioranza che sta al governo cittadino come “la foglia di fico, di chi nasconde il disinteresse reale per il mondo del lavoro e per le condizioni dei più fragili”. Insomma, per il Pd, “si è voluto pretestuosamente dire semplicemente no”. Un atteggiamento che i democratici bollano come “grave ed inaccettabile, che dimostra ancora una volta – concludono – la totale insensibilità sociale di chi amministra la città”. Da parte sia il Partito democratico si dice determinato a portare avanti la mobilitazione “per ridare dignità e diritti al mondo del lavoro”. 

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