20.9 C
Foligno
domenica, Luglio 13, 2025
HomePoliticaRinnovabili, anche il consiglio regionale dice no all’eolico spinto

Rinnovabili, anche il consiglio regionale dice no all’eolico spinto

Approvata la mozione della seconda commissione nata dalla petizione popolare sottoscritta da circa 7mila cittadini. Tra le richieste avanzate definire “area non idonea” l’intera fascia dell’Appennino umbro-marchigiano soprattutto per impianti di media e grande taglia

Pubblicato il 27 Marzo 2025 16:10 - Modificato il 28 Marzo 2025 17:25

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Quarantasei anni di “Incontri per le strade”: in agenda 50 appuntamenti fino a settembre

Al via il primo agosto, l’edizione 2025 porterà nella Splendidissima Colonia Julia musica, cinema, letteratura, arte e spettacoli. Ad essere coinvolti i luoghi più belli e simbolici del borgo umbro

Musica, teatro e cultura tra i borghi umbri: torna Suoni Controvento

Dal 15 luglio al 7 settembre, 24 comuni ospitano la nona edizione del festival che unisce spettacoli di rilievo, incontri culturali e impegno ambientale, promuovendo turismo slow e valorizzando il territorio

“Flaminia”, raccolti oltre 20 sacchi di rifiuti: sul ciglio della strada anche un lavabo

Passato al setaccio il tratto di strada tra Pigge e Parrano, dove sono stati rinvenuti bottiglie e lattine, sigarette e “Gratta e vinci”. In campo, nonostante le alte temperature, i volontari di Retake Trevi e alcuni rappresentanti di Avis

Con 12 voti favorevoli l’assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato la mozione predisposta dalla seconda commissione sulla questione degli impianti eolici. Mozione che ha preso le parti dalla petizione popolare sottoscritta da circa 7mila cittadini, concordi nel chiedere che l’intera fascia dell’Appennino umbro-marchigiano venga definita “area non idonea alla realizzazione di impianti eolici e in particolare alla realizzazione di impianti eolici di grande e media taglia”.

Attraverso questo atto di indirizzo, che ha trovato il favore della maggioranza (i consiglieri di opposizione avevano già lasciato l’aula prima della discussione), il consiglio regionale ha impegnato la Giunta Proietti ad “adottare tutti gli strumenti di programmazione e pianificazione utili, da un lato, a preservare e salvaguardare le risorse paesaggistiche, culturali ed ambientali, dall’altro a soddisfare le esigenze di produzione di energia da fonti rinnovabili; assumere un fattivo coordinamento della gestione ambientale, anche alla luce della frammentazione del sistema tra competenze e normative nazionali, regionali e comunali, in modo da creare percorsi condivisi e integrati con tutti gli enti competenti (tra cui Comuni e Province); attuare un percorso che assicuri la partecipazione dei Comuni interessati, finalizzata all’individuazione di soluzioni condivise, attesa la incidenza dell’installazione di impianti eolici sulle comunità locali”.

Ad illustrare l’atto nell’aula di palazzo Cesaroni la stessa presidente della seconda commissione, Letizia Michelini che ha sottolineato anche alcuni passaggi salienti della petizione, come la presentazione al Mase e alla Regione nel solo 2024 di otto progetti di grandi dimensioni tra i territori comunali di Foligno, Trevi, Sellano, Valtopina, Nocera Umbra e Gualdo Tadino, che prevederebbero l’installazione sui crinali dei monti di 69 aerogeneratori di altezza compresa tra i 180 e i 200 metri in una ristretta porzione dell’Appennino umbro. Tra le richieste avanzate dai sottoscrittori della petizione anche l’approvazione della “legge regionale per l’individuazione delle aree idonee e non idonee” e il coinvolgimento, nell’ambito del processo legislativo, oltre che dei Comuni, “anche di associazioni, comitati e gruppi di cittadini”.

La presidente Michelini ha quindi ricordato che “i sindaci interessati, attraverso il presidente dell’Anci, hanno chiesto un tempo congruo per la mappatura delle aree, richiesta in relazione alla quale l’assessore De Luca (presente durante le audizioni) si è dichiarato favorevole, evidenziando tuttavia la necessità di arrivare in tempi brevi alla preadozione della legge regionale, necessaria per evitare che le richieste autorizzative degli impianti vengano approvate automaticamente dal Mase”.

Articoli correlati