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Foligno, minacce al personale sanitario: la Uil Fpl chiede la sorveglianza h24

Per il segretario regionale Diego Carducci l’episodio che ha coinvolto due impiegate del Cup e una dottoressa “mette in evidenza un problema di sicurezza troppo a lungo sottovalutato”. Tra le proposte avanzate anche il contingentamento degli ingressi

Pubblicato il 4 Aprile 2025 17:02 - Modificato il 5 Aprile 2025 10:25

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“Un problema di sicurezza troppo a lungo sottovalutato dalla direzione aziendale”. Così il segretario regionale della Uil Fpl, Diego Carducci, commenta l’episodio di violenza che si è verificato nella mattinata di giovedì 3 aprile all’ospedale di Foligno. Quando, cioè, un 24enne che pretendeva di effettuare subito degli esami di laboratorio, ha minacciato due impiegate del Cup e una dottoressa, prima di opporre resistenza agli agenti del commissariato di via Garibaldi intervenuti per bloccarlo ed evitare il peggio. Il giovane, che si è barricato seppur per pochi minuti all’interno di un ufficio con la professionista, è stato poi arrestato in flagranza di reato. Arresto convalidato nel giudizio per direttissima che si è tenuto nel pomeriggio di venerdì, quando è stato disposto, a carico del 24enne, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Per Carducci, che sottolinea come si tratti dell’“ennesimo episodio di violenza nei confronti dei medici e degli operatori sanitari dell’ospedale di Foligno” occorre “intervenire quanto prima”. Un appello che il sindacalista ha rivolto alla direzione aziendale, sottolineando le “peculiarità” che, per la Uil Fpl, rendono il presidio ospedaliero di via Arcamone “più esposto in tema di sicurezza”. Tra le criticità evidenziate, quelle di “una struttura con accessi ovunque” e di reparti che “diventano insicuri senza più un controllo all’ingresso”. “Serve riattivare la sorveglianza h24 all’ingresso – interviene, dunque, Diego Carducci -, il contingentamento degli ingressi dopo una certa ora e il servizio di vigilanza così com’era prima del Covid”.

Per l’esponente della Uil Fpl, dunque, serve un “cambio di passo che chiediamo su tutti i fronti – aggiunge -, perché gli operatori e i cittadini non possono pagare il dazio di scelte sbagliate”. “Non è accettabile che la loro sicurezza sia a rischio sui luoghi di lavoro e non è accettabile neanche che la loro professionalità sia messa a rischio” ribatte, per poi concludere: “Chiediamo dunque all’azienda sanitaria di prendersi carico dell’accaduto e di intervenire, prima che episodi del genere possano avere anche esiti infausti. D’altronde, ricordiamo che il Testo unico sulla sicurezza, il D.lgs 81/2008 specifica come sia in capo al datore la sicurezza del personale, sui luoghi di lavoro”. 

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