È quella di sabato 26 aprile la data scelta per l’ultimo saluto a papa Francesco. Ad annunciarlo, nella mattinata di martedì 22 aprile, è stata la Sala stampa vaticana attraverso uno dei suoi consueti bollettini. L’appuntamento è alle 10, in quello che è il primo giorno dei Novendiali (i nove giorni di lutto che seguono la morte del Pontefice, ndr), sul sagrato della Basilica di San Pietro. È lì che sarà celebrata la santa messa esequiale, secondo quanto previsto nell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. A presiedere la liturgia sarà il cardinale Giovanni Battista Re, decano del Collegio cardinalizio, e potranno concelebrare patriarchi e cardinali, arcivescovi e vescovi e i presbiteri. Al termine della celebrazione eucaristica seguiranno, poi, altri due momenti: quello definito dell’“ultima commendatio”, letteralmente “l’ultima raccomandazione”, e quello della “valedictio”, ossia il commiato.
Dopodiché il feretro del Santo Padre sarà portato nella Basilica di San Pietro e da lì nella Basilica di Santa Maria Maggiore per la tumulazione. È stato lo stesso papa Francesco a scegliere la Basilica di Santa Maria Maggiore come luogo in cui far riposare le sue spoglie mortali. In un testamento a sua firma, che reca la data del 29 giugno 2022, il Pontefice sentendo vicino il tramonto della vita terrena, esprimeva le sue volontà testamentarie relative al luogo della sua sepoltura. “La mia vita e il ministero sacerdotale ed episcopale ho sempre affidato alla Madre del Nostro Signore, Maria Santissima. Perciò, chiedo che le mie spoglie mortali riposino aspettando il giorno della risurrezione nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore” scriveva papa Francesco, chiedendo che il suo ultimo viaggio terreno si concludesse all’interno del santuario mariani in cui “mi recavo per la preghiera all’inizio e al termine di ogni Viaggio Apostolico ad affidare fiduciosamente le mie intenzioni alla Madre Immacolata e ringraziarLa per la docile e materna cura”. Il Santo Padre, dunque, riposerà nel loculo della navata laterale tra la Cappella Paolina e la Cappella Sforza della suddetta Basilica Papale. “Il sepolcro – aveva inoltre specificato – deve essere nella terra; semplice, senza particolare decoro e con l’unica iscrizione: Franciscus”. A coprire le spese per la preparazione della sepoltura, invece, “la somma del benefattore che ho disposto, da trasferire alla Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e di cui ho provveduto dare opportune istruzioni a Mons. Rolandas Makrickas, Commissario Straordinario del Capitolo Liberiano”. “Il Signore – concludeva, dunque, papa Bergoglio nel suo testamento – dia la meritata ricompensa a coloro che mi hanno voluto bene e continueranno a pregare per me. La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”.
E sabato 26 aprile a portare l’ultimo saluto al Santo Padre sarà anche il vescovo di Foligno e Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino. Monsignor Domenico Sorrentino, che appresa la notizia della morte del Pontefice lo aveva ricordato con “il volto e il cuore di un papà”, sarà dunque in piazza San Pietro. Così come saranno a Roma, sabato 26 e domenica 27 aprile, i quasi 400 ragazzi delle due diocesi sorelle che prenderanno parte al Giubileo degli adolescenti. Mentre, come detto, è stata momentaneamente sospesa la canonizzazione di Carlo Acutis, che si sarebbe dovuta tenere proprio domenica 27 aprile.