“Il completamento di un percorso, prima tecnico e poi politico, nato dopo la presentazione a novembre 2023 di un project financing per la realizzazione e successiva gestione di un tempio crematorio e di sale di commiato a Colfiorito”. Così l’assessore folignate all’Urbanistica, Decio Barili, ha presentato la pratica approdata sui tavoli della seconda commissione consiliare, coordinata da Nicola Badiali, nel pomeriggio di giovedì 8 maggio.
Al terzo punto all’ordine del giorno, infatti, c’era la dichiarazione di insussistenza di interesse pubblico rispetto al progetto su cui è stata chiamata ad esprimersi la seconda commissione prima del successivo passaggio in consiglio comunale. Dove, come spiegato dall’assessore Barili, si metterà un punto alla questione.
“Questa posizione – ha aggiunto il titolare all’Urbanistica – non fa riferimento alla natura generale della pratica della cremazione, ma alla non condivisione di una richiesta di realizzazione in quel luogo, con quelle caratteristiche e modalità”. La questione del tempio crematorio a Colfiorito – lo ricordiamo – lo scorso anno aveva infiammato e non poco gli animi dei residenti della frazione folignate, contrari alla realizzazione dell’impianto per le ricadute economiche e turistiche che il tempio crematorio avrebbe potuto avere sull’area.
Ripercorrendo la vicenda l’assessore Barili, subentrato a Marco Cesaro nella gestione delle pratiche urbanistiche in questa seconda legislatura, ha ricordato come lo scorso mese di dicembre la giunta Zuccarini con un’apposita delibera – la numero 569 del 5 dicembre – dava seguito a quanto stabilito nella delibera del consiglio comunale del 26 marzo 2024 che impegnava il sindaco e la giunta a “respingere la proposta di project financing – si legge nel documento – formulata per la realizzazione in concessione di un tempio crematorio a Colfiorito promossa dalla società La Fenice srl” e “impedire che in futuro impianti crematori vengano realizzati nel territorio comunale nell’area dei sette altopiani di Colfiorito, al fine di assicurare protezione dell’ambiente e del paesaggio, utilizzo sostenibile del territorio, sviluppo del tessuto economico e dell’occupazione, idonei servizi pubblici e di interesse pubblico”. Ma, soprattutto, a “sollecitare il definitivo pronunciamento del consiglio comunale in merito all’insussistenza dell’interesse pubblico alla realizzazione dell’intervento proposto”.
Queste, dunque, le premesse con cui la pratica è tornata in seconda commissione e soprattutto in consiglio comunale, chiamato, dunque, ad un “definitivo pronunciamento”. La questione, però, non è risultata molto chiara ai cinque membri di opposizione della commissione che hanno deciso di non partecipare al voto. Diversamente da quanto avvenuto tra le fila della maggioranza, dove invece gli otto commissari presenti al momento del voto hanno espresso parere favorevole. La pratica, dunque, ora sarà trattata dalla massima assise cittadina, che dovrà esprimersi sulla questione.
Intanto, resta da capire che esito avrà il ricorso al Tar presentato lo scorso mese di ottobre dalla società proponente contro il Comune di Foligno per il risarcimento del danno “da responsabilità precontrattuale della pubblica amministrazione”. Questione su cui è intervenuto l’esponente del Movimento 5 Stelle, David Fantauzzi. “Se l’imprenditore avesse ragione – ha chiesto – chi è che pagherebbe? Se non vado errato – ha concluso – l’amministrazione comunale”.