Modifica delle concessioni alle centraline idroelettriche lungo il fiume Menotre. Questa la richiesta avanzata dai consiglieri Nicola Badiali e Pier Francesco Pinna, del gruppo consiliare “Stefano Zuccarini Sindaco”, contenuta nella mozione, con carattere d’urgenza, discussa e approvata in occasione del consiglio comunale dello scorso 8 luglio.
Un’istanza, presentata in vista della scadenza delle concessioni il prossimo 30 settembre, nella quale il consiglio comunale impegna il sindaco e la giunta, come illustrato dal consigliere Badiali “ad avviare ogni utile e sollecita iniziativa verso la Regione Umbria, affinché al momento del rilascio delle nuove concessioni idriche a tutte le centraline elettriche lungo il fiume Menotre, vengano autorizzati prelievi compatibili con il delicato ecosistema fluviale e siano posti in essere sistemi di controllo finalizzati a garantirlo, tutelarlo e valorizzarlo. Con la possibilità della revoca delle stesse con conseguente danno ambientale”. Nella mozione viene sottolineato inoltre come l’abbondanza di acqua abbia favorito lo sviluppo del profilo industriale della Valle del Menotre e come già a partire dal medioevo siano stati impiantati mulini per vario uso e come, ancora oggi, siano attive numerose centraline idroelettriche, in particolar modo nelle frazioni di Pale e Rasiglia, alcune appartenenti a ditte locali, altre a multinazionali.
Nicola Badiali ha poi proceduto a riportare alcune denunce e segnalazioni fatte nel corso del tempo da enti e istituzioni. Come quella del luglio del 2020 con cui il sindaco Stefano Zuccarini inviò un esposto ai carabinieri del nucleo forestale, all’Arpa e ai competenti uffici ed enti preposti e alla Procura della Repubblica per denunciare “l’allarmante situazione in cui versavano alcuni tratti del fiume Menotre – come riportato dal consigliere -, interamente prosciugati con livelli di acqua palesemente insufficienti a garantire il cosiddetto minimo vitale per consentire la sopravvivenza della fauna ittica con morie di pesci, degrado dell’ambiente fluviale, con danno sotto il profilo idrico nonché per l’intero sistema fluviale ed ittico che mina la salute e l’igiene pubblica”. Notificata anche la segnalazione ai media, del febbraio del 2023, del Comitato Pro Serrone con la quale fu denunciato che i prelievi delle centrali idroelettriche concessi dalla Regione “provocavano il mancato rispetto del minimo vitale fissato a 135 litri al secondo, chiedendo – ha proseguito Badiali – che il prelievo fosse compatibile con l’ecosistema del Menotre e che in concomitanza con la scadenza della concessione possa aprirsi una discussione che tuteli il fiume e si possa avere una concessione di durata inferiore ai 30 anni previsti”.
Ulteriore istanza quella di Legambiente che presentò, nel marzo del 2023, una denuncia per reato ambientale ai carabinieri del nucleo forestale di Foligno per prosciugamenti totali in interi tratti, in particolare nel tratto del fiume Menotre tra Serrone e Casenove, con danni incalcolabili all’ecosistema fluviale. Ma anche l’ArciPesca Fisa Foligno che, nell’agosto del 2023, inviò un esposto alla Regione, al nucleo operativo ecologico dei carabinieri e al corpo forestale dello Stato di Perugia, denunciando lo stato del Menotre sottolineando come negli anni si siano stratificate azioni antropologiche che hanno danneggiato e stanno ancora danneggiando l’integrità e la funzionalità del corso d’acqua. “In particolare – ha riportato il consigliere di maggioranza –, dal prelievo delle centraline idroelettriche e dall’eccessivo volume d’acqua trattenuto che numerose occasioni hanno causato, secondo le guardie volontarie, il disseccamento totale del corso d’acqua con frequente moria di pesce invitando gli enti a far sì che vengano riviste le concessioni idriche modificando il sistema dei prelievi”.
Nella mozione proposta da Pinna e Badiali viene poi evidenziato come la tutela e la promozione del fiume Menotre, rappresentino una grande opportunità di sviluppo turistico sostenibile che mal si concilia con lo sfruttamento idroelettrico. Occorre infatti, ha proseguito il consigliere Badiali, garantire il deflusso minimo vitale ovvero la quantità minima che deve essere assicurata per la sopravvivenza delle biocenosi acquatiche, la salvaguardia del corpo idrico e gli usi plurimi cui il fiume è destinato. Inoltre, il monitoraggio risulta necessario per rilevare la quantità di acqua in transito e l’eventuale mal funzionamento dei dispositivi che regolano il deflusso. “Più volte – ha detto Nicola Badiali – si sono verificati attingimenti illegittimi e danni causati da mancati e adeguati controlli ai prelievi delle centraline elettriche ed è stato più volte necessario denunciare la situazione alle autorità giudiziarie e agli enti competenti, più volte residenti, operatori economici della Valle del Menotre e comitati e associazioni impegnate nella tutela dell’ambiente e della fauna hanno segnalato il mancato rispetto delle normative e richiesto modifiche alle modalità di concessione dei prelievi”.
In occasione della fase di discussione della mozione, sono intervenuti vari consiglieri comunali di maggioranza e opposizione. Tra questi ultimi David Fantauzzi del Movimento 5 Stelle, che ha annunciato per la prossima settimana il sopralluogo dell’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca, nella Valle del Menotre. Poi, è stata la volta della votazione, con la mozione passata con i dodici voti favorevoli della maggioranza, un voto contrario, quello del pentastellato Fantauzzi, e sette astenuti, ossia Rita Barbetti, Maura Franquillo, Mario Bravi, Giorgio Gammarota e Tommaso Feliziani del Pd, Maria Frigeri di Patto x Foligno e Mauro Masciotti di Foligno Domani. Intanto dal gruppo consiliare “Stefano Zuccarini Sindaco”, Nicola Badiali e Pierfrancesco Pinna annunciano la convocazione dell’assessore De Luca sul tavolo della seconda commissione consiliare. Critico il giudizio sull’opposizione. “Spiace constatare – dicono i due in una nota – l’astensione dei gruppi di centrosinistra ed il voto contrario del Movimento Cinque Stelle, che pure avevano annunciato il voto favorevole, quando sarebbe bastato proporre un emendamento per votarla all’unanimità”.