Cinque punti. Di fatto, quelli considerati più urgenti. Ossia, quelli su cui il Pd di Foligno, che ha appena avviato una nuova fase della sua storia, si dice pronto ad impegnarsi sin da subito. Ad illustrarli è stato, a margine della prima assemblea dell’unione comunale dei “dem” presieduta da Cristina Ercolani, il nuovo segretario.
Arrivato dalle fila del civismo (fino a pochi mesi fa presidente di Foligno 2030, ndr) alla guida del Pd folignate, dopo la fase congressuale che si è chiusa recentemente, Simone Bellucci ha illustrato le questioni prioritarie. E al primo posto non poteva che esserci la sanità, con la Casa di comunità che per il folignati resta un punto imprescindibile da portare a casa e il piano sociosanitario su cui si sta lavorando in Regione.
Subito dietro la sicurezza e il decoro urbano, con riferimento soprattutto al centro storico. E ancora la crisi demografica con un calo del 2,5% della popolazione, che risulta sempre più vecchia e con politiche sociali che per Bellucci “non sono degne di questo nome”. “Foligno è sempre stata un punto di riferimento commerciale ed industriale con importanti cluster – ha detto a questo proposito -. Non è possibile questa fuga di cervelli, non è possibile che i giovani non possano rimanere qui e che la popolazione, sempre più anziana, non sia assistita”.
Ma il neo eletto segretario “dem” ha parlato anche di declino culturale, con riferimento in particolare all’ex spazio Zut: “Non c’è ancora nessun progetto di rilancio”. Infine, la fragilità economica: “Il 27% dei residenti ha un reddito inferiore a 10mila euro e il salario medio è più basso dell’8% rispetto alla media nazionale”. Un accenno, poi, anche alla questione del trasporto ferroviario e al rischio paventato che l’Umbria resti fuori dall’alta velocità.
Per Simone Bellucci, dunque, “Foligno deve tornare ad essere centrale”. Come? “Lavorando sia dentro che fuori dal consiglio comunale” ha detto, ricordando la presenza, tra le fila dell’opposizione, di cinque consiglieri in quota Pd. Ma non solo. Fondamentale anche la collaborazione con il Pd provinciale e regionale, con i quali “c’è – ha dichiarato Bellucci – sinergia e unione”. A testimonianza di queste dichiarazioni la presenza, all’incontro con la stampa, sia del nuovo segretario regionale, Damiano Bernardini, che di quello provinciale Lodovico Baldini.
“La fase congressuale è finita – ha detto Baldini -, per cui bisogna passare oltre e trovare la medicina rispetto a qualche mal di pancia. Dobbiamo essere forti e uniti – ha quindi proseguito – perché laddove lo siamo stati, abbiamo vinto”. Da neo segretario provinciale ha, poi, annunciato la convocazione dell’assemblea provinciale, appunto, e l’avvio di interlocuzioni costanti con i circoli dei vari territori. “Dobbiamo partire dal basso – ha dichiarato -, metterli in condizione di poter lavorare, e insieme capire da dove iniziare”.
Tre, invece, le parole chiave individuate dal segretario regionale, Damiano Bernardini. “Unire, includere e allargare” ha detto con riferimento al nuovo corso del Pd, tanto a livello locale quanto a livello regionale, guidati da “senso di responsabilità e spirito di servizio”. Bernardini ha quindi parlato di un “modello Foligno” che ha saputo “aprirsi alle presenze civiche, a nuovi orizzonti”. “Il Pd regionale – ha quindi concluso – dovrà stare accanto ai territori anche per avviare la programmazione. Accendiamo una luce verso un nuovo percorso”. Un percorso volto soprattutto a “recuperare le grandi città ma anche i piccoli borghi”, tracciando una “linea di sviluppo per i prossimi anni”.